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Mariano del Friuli

Descrizione

Il toponimo deriva dall'antroponimo latino "Marianus", probabilmente un soldato romano inviato in zona a fondare una nuova colonia per ordine di Roma. Comune in provincia di Gorizia, situato al centro della pianura isontina, è composto da due abitati: Mariano e Corona. È noto per la realizzazione artigianale di sedie, attiva sin dal Settecento, e per la produzione di vini pregiati; notevoli anche i prodotti della gastronomia. Si caratterizza per le tipiche case rurali con corte.
Fu fondato all'incirca nell'anno 181 a.C. dai Romani, nello stesso periodo in cui fu creata la cittadina di Aquileia, come prova il toponimo ed il rinvenimento di reperti riferibili a quell'epoca. Fu invaso dai Turchi nella seconda metà del XV secolo e coinvolto negli scontri con le truppe veneziane nel XVII. I Veneziani fortificarono l'abitato e lo trasformarono nel loro quartier generale. Nei secoli successivi fu invaso dalle truppe asburgiche e francesi, condividendo per il periodo successivo tutte le vicende storiche che hanno caratterizzato il Friuli, fino all'annessione allo Stato italiano.

Da vedere:
La chiesa di San Gottardo, risalente al 1756, presenta una splendida facciata in pietra bianca, in stile barocco, realizzata dall'architetto milanese Paolo Baroffi. Suddivisa in due parti, la inferiore è delineata da lesene ed arricchita da nicchie, quella superiore, suddivisa dalla prima da un'importante cornice, ha particolari rococò e linee più morbide. Al suo interno pregevoli altari: il maggiore del 1804, quelli laterali settecenteschi, arricchiti uno da una statua lignea raffigurante la Madonna con Bambino e risalente al XX secolo, l'altro da una pala dipinta dal Tominiz nel 1825. Conserva affreschi realizzati dallo Iustulin.
La chiesa della Santissima Trinità del 1550 è decorata da un importante ciclo di affreschi risalenti al Cinquecento ed attribuibili al Negro, raffiguranti gli Apostoli, ed un settecentesco altare in marmo.
La chiesa dei Santi Maria e Zenone a Corona fu edificata nel 1705 in sostituzione della precedente pieve distrutta nel 1699. La facciata si mostra estremamente semplice e sobria, sormontata da un timpano. La pieve è affiancata da un campanile a base quadrata, completato da un tamburo. Al suo interno si può ammirare l'altare maggiore realizzato dal Lazzarini nel 1729, con statue scolpite dallo Zuliani. L'altare di Santa Caterina, risalente al Settecento, è abbellito da una pala del Paroli ed una Via Crucis dipinta dal de Finetti nel 1950.

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