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Tenuta Sant'Antonio Vini Veneto

Produzione Vini Amarone della Valpolicella Chardonnay Recioto Cabernet Sauvignon Soave Olio Extravergine Mezzane di Sotto Verona Veneto Italia

Contatti

Mezzane di Sotto Via Monti Garbi +39 045 7650383 +39 045 6171098

Descrizione

Passione, entusiasmo, capacità imprenditoriale ed esperienza. Quattro qualità per quattro fratelli: Armando, Tiziano, Massimo e Paolo Castagnedi. Una passione che nasce nelle vigne paterne, quando ancora bambini, lavoravano e vivevano nella campagna di San Zeno di Colognola ai Colli, zona della Valpolicella allargata che produce i più famosi vini scaligeri, dall'Amarone, al Valpolicella, al Soave. Le uve di papà Antonio, a quei tempi, erano destinate alla Cantina Sociale di Colognola ai Colli, struttura fondata dallo stesso Castagnedi. Armando, Tiziano, Massimo e Paolo, attuali proprietari dell'azienda Tenuta Sant'Antonio, si dedicano con vivo entusiamo alla vita contadina, lavorando 'sul campo' con sacrificio e amore. Uniti fin da allora, imparano presto a vivere sulla propria pelle tutte le fasi e i ruoli dell'impresa paterna.

L'avvedutezza imprenditoriale li porta ben presto ad intraprendere una nuova strada alternativa che col tempo si verifica utile per ampliare le basi di un'azienda che attualmente vanta importanti riconoscimenti nazionali e internazionali. Precursori dei tempi, i fratelli Castagnedi lavorano infatti per anni come tecnici consulenti dei vivai cooperativi di Rauscedo, realizzando nuovi impianti 'chiavi in mano' in tutta Italia, maturando un'esperienza che li spinge ad un passo fondamentale. Nel 1989 decidono di acquistare trenta ettari di terreno nella zona di Mezzane, che, aggiunti ai venti ettari 'storici' paterni, portano i vigneti della Tenuta Sant'Antonio ad un'estensione di cinquanta ettari totali. E qui accade la svolta. I fratelli Castagnedi decidono di produrre il loro vino diventando dei vignaioli, convinti fautori della scelta per la qualità e l'estrema professionalità. Una sfida a quei tempi.

Il primo ostacolo è papà Antonio che, depositario della lunga tradizione contadina familiare, non condivide la scelta dei figli di diventare produttori. La decisione di piantare nuove vigne, affiancandole ai vigneti già esistenti, e di edificare la nuova cantina in una zona come Monti Garbi (dal dialetto, aspro, duro), richiese coraggio e la ferma volontà di scegliere per il massimo della qualità sovvertendo le regole di quei tempi, quando la quantità era l'obiettivo aziendale dei produttori di vino. 'Oggi è scontato parlare di qualità, di cura della vigna tralcio a tralcio, di selezione accurata e manuale del grappolo, di bassa produzione a ceppo, di attenzione alla pulizia dell'uva dalla raccolta alla cantina all'imbottigliamento, di attesa paziente della vinificazione in nuove botti di legno, di affinamento in bottiglia ... regole che noi abbiamo sposato più di quindici anni fa, ma allora non esisteva questa cultura della vite e ci guardavano come fossimo matti!

Ovviamente il lavoro certosino del quale ci facciamo garanti richiede tempo e professionalità con costi alti di manodopera: tuttavia fin dall'inizio la nostra filosofia imprenditoriale è stata esclusivamente per la qualità. non a parole, nei fatti e pertanto in nome suo sacrifichiamo i numeri.

Ecco allora che se in Francia c'è il detto che il buon vino si ottiene con la proporzione di una vite a una bottiglia, in Tenuta Sant'Antonio diamo ben di più: con due viti una bottiglia! Ai nostri clienti riserviamo solo il meglio e questo obiettivo richiede a volte delle scelte difficili: per esempio abbiamo saltato l'annata dell'Amarone nel 2001. Non potendo garantire i nostri standard qualitativi abbiamo preferito annullare le prenotazioni, avvisando la nostra clientela della scelta, poco proficua per noi dal punto di vista economico, ma perfettamente aderente alla nostra mission."

Un'azienda, una storia umana. Da una famiglia di quattro fratelli un marchio che è garanzia sicura di qualità e prestigio, perchè Tenuta San'Antonio cura con amerevole dedizione e sofisticata tecnologia al servizio della manualità tutta la vita dell'uva, dal seme alla bottiglia, per creare quel piccolo grande miracolo alchemico di un vino che è puro nettare per gli dei.

Valpolicella e Soave: due, fra le denominazioni doc italiane, famose in tutto il mondo. La loro origine, come avviene per le cose semplici e belle, non è ammantata di mistero ma si trova nel verde, ad un passo dalle nostre case di città. Direzione: il territorio del nord - est veronese, più precisamente le colline fra le vallate d' Illasi e di Mezzane, dove si adagiano i 50 ettari a vigna della Tenuta Sant'Antonio, appartenente ai Fratelli Castagnedi. Lo sguardo si sazia di sole, di cielo, nella pace incontaminata che sovrasta le colture viticole: in un soffio, dai 120 m sul livello del mare, ci si inerpica dolcemente per raggiungere i 320 m d'altitudine.

Il terreno, compatto, a composizione massimamente calcarea, consente di ottenere una produzione del tutto eccezionale. Vitigni ad uve rosse producono le varietà Corvinone, Corvina, Rondinella e Cabernet Sauvignon. Per i vitigni bianchi, il dono di Garganega e Trebbiano di Soave.

I vigneti della Tenuta Sant' Antonio sono stati messi a dimora secondo nuovi criteri che sottolineano la scelta, del tutto selettiva, di privilegiare qualità rispetto a quantità delle uve raccolte. La nuova ricerca metodologica verte essenzialmente sull'adozione di nuove tecniche di allevamento, con il permutare di forme tradizionali - la pergola veronese - ad altre qualitativamente più idonee, quali il cordone speronato e 'guyot'.

Tale radicale mutamento ha rappresentato l'inizio di un progetto maturato con la decisione di non vendere più le uve, bensì d'avviare, senza intermediari, una propria produzione di vini di qualità.

Nel programma di rinnovamento e d'implementazione aziendale, un cardine è stato la progettazione di una nuova cantina di più vasta dimensione - rispetto a quella originaria di S.Zeno - edificata sulla strada dei Monti Garbi, accanto alle rovine di un' antica corte sulla cima di un colle nei pressi di San Briccio, tra i vigneti di proprietà. L'erta strada che, snodandosi fra le colline, conduce alla nuova cantina porta il nome delle alture circostanti, i Monti Garbi, appellativo questo attribuito anche al Valpolicella Superiore dell'azienda.

La nuova cantina della Tenuta Sant'Antonio è stata concepita secondo un criterio architettonico del tutto razionale, dove vasti spazi consentono, in primis, di allungare i tempi d'affinamento dei vini. Inoltre l'articolarsi dell'edificio sposa idealmente la composta bellezza di quest'area collinare. L'armonioso insediamento della cantina nel contesto paesaggistico è frutto di un attento studio nonché di anni di ricerche mirate nell'individuare, ad esempio tra gli indispensabili presupposti tecnici di realizzazione, la disponibilità effettiva d'acqua. Essa, trovata a 400 metri di profondità nel sottosuolo, assicura una completa autonomia operativa. Finalità importante per conseguire il target di una realtà manageriale sempre più attenta ad implementare la qualità, base di una filosofia produttiva aziendale all'avanguardia.

L'EVOLUZIONE DEI VINI

Il marchio Tenuta Sant'Antonio , pur essendo presente sul mercato solo dal 1995 , viene apprezzato e segnalato come espressione de i massimi produttori vinicoli della Valpolicella, sia dalla stampa specializzata, sia da privati ed estimatori. La storia di questa Casa vinicola è costellata di premi e riconoscimenti. La prima grande soddisfazione al merito giunge nel 2000, con l'inserimento nella "Guida Vini d'Italia" di Gambero Rosso - Slow Food, dei "tre bicchieri" al Cabernet Sauvignon Capitello 1997. Una doppia vittoria per il Cabernet Savignon praticamente al suo debutto ufficiale e un risultato sorprendente per i titolari della Tenuta Sant'Antonio. Senza dubbio si tratta della conferma, per i Fratelli Castagnedi , del positivo esito dell' impostazione aziendale prescelta, che pone in priorità i vini della Valpolicella, sia pur includendo, nella gamma produttiva, particolari interpretazioni dei vini provenienti da vitigni internazionali.

Interpretazioni che, ad esempio, prevedono tra le diverse fasi lavorative, l'appassimento delle uve per il Cabernet Sauvignon Capitel del Monte. Sull'albo d'onore, poi, Chardonnay Colori d'autunno: un passito che, ricorderemo, già nel '96 ottiene una quotazione più che lusinghiera in Wine Spectator, con un 93/100.

I Fratelli Castagnedi, convinti dell' estrema qualità dei vini di territorio, hanno continuato e continueranno a puntare sulla produzione di vini della Valpolicella e sul Soave. Lo studio attento alla formulazione delle etichette in produrre, riflette la volontà di dare risalto ai singoli vigneti e alle diverse potenzialità dei tre vini della Valpolicella (Amarone, Valpolicella, Recioto) e Soave: quest'ultima, denominazione ricorrente per alcuni dei vigneti della Tenuta. L' Amarone Campo dei Gigli viene ottenuto dalle uve di un solo vigneto. Rappresenta senza dubbio il più celebre dei vini di questo comprensorio ed è l'etichetta che ha ottenuto il maggior numero di riconoscimenti. A Campo dei Gigli si conferiscono, infatti, i "tre bicchieri" per l'annata '97 della guida "Vini d'Italia 2003", edita da Gambero Rosso - Slow Food, giudicata da molti anni la più prestigiosa guida enologica a livello nazionale. Si apre così un ventaglio di successi confermati, nell'edizione 2004, con il millesimo 98. A pari merito,

Campo dei Gigli ha ottenuto - nella guida dell'Associazione Sommelier Italiani "Duemilavini" - sia nel 2001 e poi a seguire negli anni 2003 e 2004 - il massimo riconoscimento dei "cinque grappoli". E, inoltre, nello stesso biennio, a conferma del successo, le "tre stelle" della guida de L'Espresso "Vini D'Italia".

Cenno conclusivo, ma non meno importante, per Luca Maroni, che, nella sua "Guida dei vini italiani" traccia un quadro assai lusinghiero della realtà aziendale di Tenuta Sant'Antonio, attribuendo all' Amarone Campo dei Gigli (e sempre per le annate 2003 -2004) punteggi superiori a 90/100. Nell'ottobre 2003, Campo dei Gigli è stato inoltre affiancato da un nuovo Amarone, "Selezione Antonio Castagnedi": interpretazione "duttile" del vino più prestigioso della Valpolicella. La Selezione Antonio Castagnedi nasce dalla scelta delle migliori uve di Corvina, Rondinella, Croatina e Oseleta, da più vigneti ubicati in aree diverse della Tenuta, con caratteristiche pedoclimatiche alquanto differenti. Un 'bouquet' equilibrato, che mantiene intatta una nota di freschezza grazie ad un buon tenore di acidità, nonostante l'appassimento propedeutico. Con risultati sorprendenti, che sposano abbinamenti gastronomici estremamente particolari, a volte inusitati per un vino qual è l' Amarone.

La denominazione Valpolicella superiore doc, annovera due etichette: Monte Garbi e La Bandina. Nato in omaggio alla secolare tradizione vinicola del luogo, Monti Garbi è il Valpolicella Superiore Ripasso "storico" della Tenuta Sant'Antonio e viene ricavato da uve pigiate subito dopo la vendemmia, in parte rifermentate sulle vinacce dell'Amarone nel mese di gennaio. Posto ad invecchiare per dodici mesi in botti in rovere francese, Monte Garbi si presenta quale vino di grande piacevolezza e d'immediato approccio. Da ricordare, tra i consensi ottenuti dalla stampa specializzata, la pubblicazione della sua etichetta e la speciale menzione a merito, nella "Guida al bere quotidiano 2004" - di Slow Food, con l'indice, per la panoramica di settore, di quei vini che offrano un ottimo rapporto qualità/prezzo.

I fratelli Castagnedi hanno deciso di battezzare una 'new entry', La Bandina , per celebrare degnamente la concezione del Valpolicella superiore doc: un' interpretazione impegnativa che prevede, in qualche annata, che una parte delle uve venga appassita, per un periodo di due - tre settimane, fatta poi fermentare a lungo ed invecchiata per ventiquattro mesi in tonneaux nuovi di rovere francese da 500 litri. Due etichette conservano un ruolo invariato nel catalogo della Tenuta Sant'Antonio: Argille Bianche, il Recioto della Valpolicella, e Monte Ceriani, il Soave Superiore. Sono le pietre miliari di un percorso accentrato sull'impegno di continua ricerca, con note estremamente positive: a livello, ad esempio, delle incredibili performance della Garganega, vitigno base del Monte Ceriani. Costituiscono realtà preziose, fondamentali, nel curriculum produttivo dell'ultimo decennio, fitto di meritati riconoscimenti per la Tenuta Sant'Antonio.

Ulteriore sprone, non ci stancheremo di ripeterlo, per i vertici dell'azienda, verso il consolidamento di un management che premia una metodologia di ricerca qualitativa in costante ascesa.

La dorsale di una collina, i Monti Garbi, al crocevia tra i comuni di Mezzane, Lavagno e San Martino Buon Albergo, si è rivelata dimora ideale per i vigneti della Tenuta Sant'Antonio. Una verde dolce distesa a coltura, testimone di una tradizione millenaria vissuta, giorno dopo giorno, nell'amore di chi si dedica alla terra per rafforzare l'equilibrio fisiologico del vitigno - indispensabile ad una produzione di qualità - con interventi di difesa e tutela mirati e rigorosamente naturali.

L'ausilio del Tempo accompagna il complesso lavoro in vigna svolto con cura dalla Famiglia Castagnedi, nell'avvicendarsi delle stagioni, spiando lo sbocciare della Natura in primavera, proiettando sui declivi la luce intensa d'estate, accogliendo in preziose note cromatiche il trascolorare del bosco autunnale o i nitidi sopori dell'inverno. In questo succedersi di stagioni, il benessere delle vigne trova la propria essenza, poiché il frutto, grappolo profumato, rinnova un ciclo vitale immutato e immutabile, in comunione con l'opera dell'uomo. Ecco allora che gli esperti della Tenuta Sant'Antonio, in sintonia con questa visione, hanno riformulato radicalmente i vigneti già esistenti, per esempio passando dalle pergole semplici a forme di allevamento quale il cordone speronato, ma anche mettendo a dimora altri vigneti, di più recente concezione - in genere a 'guyot' - con una densità di 7-8.000 piante per ettaro.

Nelle vallate d'Illasi, poi, la varietà dei vitigni è buona: la Garganega risulta per lo più dominante (80%), seguita da percentuali ridotte di Trebbiano di Soave (20%) e altre varietà minori. In territorio di Mezzane, invece, prevalgono le varietà Corvinone (40%), Corvina (10%), Rondinella (15%) oppure in misura minore Croatina e Oseleta.

Punto d'orgoglio ed esempio evidente di professionalità, il vigneto viene accuratamente seguito con amore dalla Famiglia Castagnedi, rispettandone l'equilibrio naturale: le concimazioni organiche sono ridotte e gli interventi a base di microelementi vengono effettuati solo in caso di necessità. Non solo, i trattamenti antiparassitari sono esigui e ridotti al minimo indispensabile, come previsto dai protocolli fitosanitari di difesa.

Dopo il 'clou' della stagione invernale, nei mesi di febbraio e marzo, la prima delle operazioni per la cura del vitigno in Casa Castagnedi è la potatura: alla pianta viene conservato un massimo di otto-dieci gemme, in modo da poter determinare, tramite la fase della potatura verde, l'esposizione della chioma e il numero dei grappoli. Le tecniche lavorative scelte vertono inoltre sull'inerbimento totale, sul sistema d'irrigazione a goccia (esclusivamente per l'utilizzo a soccorso) e, infine, ma non meno importante, sul diradamento dei grappoli, praticato a più riprese durante la fase vegetativa.

Dalla prima decade di settembre fino alla metà d'ottobre, a seconda dell'andamento stagionale, le operazioni della vendemmia si svolgono con raccolta esclusivamente a mano, cui segue il collocamento delle uve in piccole casse. Un lavoro lungo, certosino, che richiede attenzione e pazienza, un altro esempio pratico della filosofia aziendale che privilegia la qualità e il rispetto della natura.

L'insieme dei grappoli non destinato all'appassimento viene pigiato nella giornata di raccolta. Una lunga fase di riposo, fino a tre mesi, in ampi locali ben areati in modo naturale, spetta invece alle uve scelte per l'Amarone, per il Recioto e, in misura minore, per altri vini.

La gamma di offerta dei vini di qualità della Tenuta Sant'Antonio comprende i tradizionali Valpolicella e Soave, ma anche il classico Amarone, il recioto - tutti vini espressione del territorio veronese - , dei Cabernet Sauvignon e un passito. Sono ben undici le etichette della Casa, proprio per dare completezza e varietà di scelta agli appassionati del buon vino, pur mantenendo la vocazione strettamente legata all'area di provenienza del vitigno.

La filosofia aziendale ha sempre privilegiato la qualità con un attento e selezionato percorso del vino dalla pianta alla bottiglia, che è stata premiata con importanti riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale.

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