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Corte Gardoni Vini Veneti

Produzione Vini Garganega Trebbiano Toscano Trebbianello Riesling Corvina Rondinella Merlot Passito di Custoza Viogner Chardonnay Valeggio sul Mincio Verona Italia

Contatti

Valeggio sul Mincio Località Gardoni +39 045 7950382 +39 045 6370270

Descrizione

L'azienda agricola Corte Gardoni si estende su circa 54 ettari di terreno, di cui 25 vitati e 20 coltivati a frutteto; il resto è suddiviso tra oliveto, bosco e seminativo. I vigneti sono situati sulle colline moreniche sud-orientali del Garda: terreno molto povero, ghiaioso, limo-argilloso e sabbioso-argilloso ricco di scheletro (pH 7.40), microclima fortemente influenzato dalla vicinanza del lago ma con una maggior escursione termica perché la temperatura è molto più bassa, la sera, che in prossimità dell'acqua. Ciò favorisce negli acini la formazione dei precursori d'aromi, mentre la costante ventilazione delle colline permette di avere ad ogni vendemmia grappoli sanissimi anche quando l'andamento climatico farebbe temere la formazione di marciume.

Molta cura è stata dedicata fin dall'inizio al rinnovo dei vigneti: i reimpianti di corvina e rondinella, tra le vecchia varietà a bacca nera, e del trebianello fra quelle a bacca bianca, sono stati effettuati utilizzando le marze ricavate da viti preesistenti, identificate mediante selezione massale. Altrettanto è stato fatto successivamente per il trebbiano toscano, mentre si sta cercando ora di selezionare esemplari validi di garganega spargola. Negli impianti più recenti, la densità delle viti è stata infittita: l'obiettivo è di portare man mano tutti i vigneti a 5 mila 5.500 ceppi per ettaro. Le viti di corvina sono allevate a guyot, le altre varietà a cordone speronato basso. Le vigne sono inerbite e vi è installato un impianto per l'irrigazione di soccorso, indispensabile per salvare le piante dallo stress idrico durante le estati troppo siccitose.

Si è cercato nel limite del possibile, di limitare l'impatto sull'ambiente mediante la difesa integrata contro gli attacchi parassitari. Apparecchiature elettroniche che tengono sotto controllo tutte le variabili meteorologiche permettono di intervenire contro peronospora, oidio e botrytis solo quando è strettamente necessario, identificando cioè il momento in cui le condizioni climatiche permettono lo sviluppo di queste infezioni nei vigneti. E la ricerca della qualità si traduce in una resa tenuta volutamente molto bassa: mediamente circa 80 quintali per ettaro per le uve a bacca rossa, 10-20 quintali in più per quelle a bacca bianca.

La cantina di vinificazione, costruita nel 1980 è continuamente aggiornata nelle attrezzature, dispone di vasi vinari in acciaio inox per 3500 ettolitri ed è articolata in modo insolito, giacchè può contare sulle sinergie con altri impianti installati in azienda: celle frigorifere destinate alla conservazione della frutta, per esempio vengono sfruttate per praticare la criomacerazione delle uve. Dimensionato sulle misure dell'azienda il fustame in legno: quattro botti da trenta ettolitri in rovere di Slavonia per la maturazione del Bardolino Superiore e 35 barriques da 225 litri in rovere di Allier per l'affinamento dei vini di maggior impegno.

Con l'entrata in scena della nuova generazione della famiglia Piccoli, Corte Gardoni non si è garantita soltanto un futuro nella continuità, ma ha consolidato la propria struttura di azienda famigliare, acquisendo delle competenze tecnico-scientifiche che sono oggi indispensabili per la produzione di vini di alta qualità. Mattia il figlio maggiore di Gianni è enotecnico ed è ormai responsabile in prima persona di tutte le operazioni di cantina, dalla vinificazione all'imbottigliamento. Lo coadiuva Andrea, che è perito agrario, come perito agrario è Stefano, che si occupa della conduzione dei vigneti. E Gianni, naturalmente, sovrintende a tutta la gestione.

L'azienda agricola Corte Gardoni ha una propria cantina di vinificazione solo dal 1980, però questo significa solo che come produttrice di vino con una sua etichetta è giovanissima. Ma in realtà la famiglia Piccoli, che la possiede, ha un'esperienza di almeno quattro secoli nella vitivinicoltura. E' documentato infatti che fin dal 1600 i progenitori dell'attuale titolare avevano vigne a Cellore, in val d'Illasi.

Gianni Piccoli, che ha creato Corte Gardoni, appartiene però a un ramo della famiglia che ha lasciato Cellore all'inizio di questo secolo. Tre generazioni fa, i vigneti furono devastati dalla fillossera. E a quel punto la piccola proprietà non era più in grado di sostentare tutti. Fu così che uno dei cinque maschi si trasferì in un'altra località del Veronese.

La zona però non era vocata alla viticoltura, e infatti suo figlio Aldo, per sviluppare l'azienda puntò soprattutto sulla frutticoltura. Ma conservò sempre in cuore la nostalgia per le colline, dove i vigneti, soprattutto quelli di corvina, danno vini di autentica grande qualità. Fu proprio lui perciò a incoraggiare il figlio Gianni, nel 1971, ad acquistare un'azienda agricola a Valeggio. Era un'occasione allettante anche perché, insieme a un pescheto, la proprietà comprendeva pure una bella vigna. Una vigna di collina.

La possibilità offerta da Valeggio di tornare alla viticoltura fu vissuta da tutta la famiglia come un recupero delle origini. E infatti dieci anni dopo, nel '81, anche Aldo Piccoli finì per lasciare definitivamente la pianura, trasferendosi nella nuova azienda agricola, che suo figlio aveva chiamato Corte Gardoni.

In compenso, i vigneti gli avevano messo a disposizione un prezioso patrimonio di vitigni autoctoni: corvina, garganega, trebbiano, bianca Fernanda, trebbianello, di ottimo livello qualitativo e perfettamente acclimatati. Non mancava neppure una varietà internazionale: un piccolo appezzamento era coltivato a chardonnay. Però Gianni Piccoli aveva acquistato Corte Gardoni per continuare la propria attività di frutticoltore e la vigna era per lui un'attività collaterale, anche se vissuta con molta partecipazione. Difatti continuò per qualche anno a vendere le proprie uve alle aziende vinicole della zona. Fino a quando la sensazione di essere nelle mani di aziende trasformatrici che se ne infischiavano della qualità delle uve e badavano solo a comprarle al minor prezzo possibile lo spinse a diventare da un giorno all'altro produttore di vino in proprio.

L'unico modo per sottrarsi al prepotere delle case vinicole era quello di non conferire più a terzi le uve ma vinificarle in proprio. Certo, l'impegno non era da poco: bisognava costruire una cantina che fosse in grado di entrare in funzione già alla vendemmia successiva. Ma lui ci riuscì: ricorda ancora adesso quella prima vinificazione, perché mentre era tutto preso dalle pratiche enologiche in cui si cimentava per la prima volta, il 4 novembre 1980 la neve cadde a Valeggio. Sotto quel bianco battesimo stavano nascendo i due vini con cui esordì l'etichetta di Corte Gardoni: il Bardolino e il Bianco di Custoza.

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