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Pettorano sul Gizio

Descrizione

Comune della provincia de L'Aquila, sull'origine del toponimo non vi è concordia di opininoni; infatti, c'è chi sostiene che derivi da "pectorale" (per la forma a petto di corazza assunta dall'abitato), chi dal nome di un patrizio romano possessore di un antico fondo (Pictorius), chi, infine, dalla natura rocciosa del luogo.
Menzionato per la prima volta nel 1093 come borgo sviluppatosi attorno ad un castello (di epoca longobarda), con l'avvento della dominazione normanna è già una realtà economica consolidata. Con gli Angioini, il feudo è concesso ad Amiel d'Angoult, signore di Courbain. Nel 1310 fu trasmesso ai Cantelmo che lo tennero fino al 1750. A questi subentrarono i Montemiletto fino all'abolizione dei diritti feudali.

Siti di interesse:
- il castello Cantelmo, il cui nucleo originario risale al periodo longobardo e che ha favorito il fenomeno dell'incastellamento del borgo tra il X e l'XI secolo; recentemente restaurato ed oggi adibito a museo e sala espositiva;
- la Chiesa di San Dionisio, già citata nel 1183. Sul lato destro spicca un bel portale traslato dal Convento del Carmine nel 1842;
- la Chiesa di San Rocco, costruita dalla popolazione in seguito alla peste del 1656;
- la Chiesa della Madonna della Libera, fatta costruire nel 1680 dalla famiglia aquilana dei Vittori;
- la Chiesa di San Nicola, una delle più antiche del paese, già menzionata nel 1112;
- la Chiesa di San Giovanni, già menzionata nel 1183;
- la Chiesa di Sant'Antonio;
- le antiche porte di accesso al borgo (Porta San Nicola, Porta del mulino, Porta San Marco, Porta Cencio, Porta Santa Margherita);
- Palazzo Ducale, principale residenza dei Cantelmo, è formato da tre corpi rettangolari uniti a "U" con il lato aperto rivolto verso la vallata del Gizio;
- la Castaldina, in origine residenza dei Castaldo, amministratori della famiglia Cantelmo;
- la Locanda, situata poco lontano dal castello, luogo di rifugio dei viaggiatori lungo l'antica via Napoleonica.

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