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Il Mosnel Franciacorta

Produzione Vini di Qualità Franciacorta Camignone Passirano Brescia Lombardia Italia

Contatti

Passirano via Barboglio, 14 +39.030653117 +39.030654236

Descrizione

Il Mosnel prende nome da un antico toponimo dialettale di origine celtica che significa "pietraia", cumulo di sassi e che rende facilmente l'idea del lungo e faticoso lavoro di bonifica effettuato dai monaci cistercensi provenienti dall'abbazia di Cluny in Borgogna, che a poca distanza dalla cantina, nel borgo di Rodengo, fondarono una magnifica Abbazia e si resero protagonisti dell'introduzione della cultura della vite dissodando i terreni della zona.
In tal modo anche Camignone ("Cà mignon") poté rapidamente assumere una notevole notorietà per la produzione di vini di qualità, come certifica il "Catastico bresciano del 1609 risalente all'epoca della Repubblica Veneta che alla voce Camignone recita "li terreni sono buoni de quali si cava perfettissimi vini".
Nel contesto di tale tradizione favorevole si colloca pertanto la nascita dell'azienda agricola Il Mosnel, (la cui parte più antica oggi esistente é rappresentata dalle vecchie cantine cinquecentesche) proprietà della potente famiglia Cacciamatta e dal 1836 passata alla famiglia Barboglio.

Dall'ingresso in azienda di Rosina Rosa Cacciamatta, ultima discendente dei Cacciamatta di Camignone, che sposò Pietro Barboglio, le donne hanno sempre avuto un ruolo chiave nelle vicende del Mosnel, sino agli anni Cinquanta di questo secolo, quando istruita e guidata dalla nonna materna Nina, Emanuela Barboglio, alla morte del padre dovette farsi carico, appena diciottenne, della conduzione dell'azienda. Erano gli anni difficili quando i mezzadri abbandonavano le campagne per fuggire verso la città e trovare occupazione nell'industria.
Emanuela Barboglio decise di imboccare il percorso inverso e dalla città, dove viveva, si trasferì a Camignone, contribuendo, dopo un iniziale periodo in cui l'azienda fece alcune esperienze in campo zootecnico, a delinearne la piena vocazione vitivinicola, con l'impianto dei primi vigneti specializzati e nel 1968 con l'adozione della neonata DOC Franciacorta per i propri vini.
Negli ultimi anni Emanuela Barboglio è stata affiancata, alla guida del Mosnel, dai figli Giulio Barzanò, incaricato di seguire la parte tecnica, commerciale e produttiva, in collaborazione con gli enologi e i consulenti aziendali, e Lucia Barzanò, che oltre ad occuparsi dell'amministrazione e della commercializzazione dei vini cura le pubbliche relazioni e i contatti con la stampa e partecipa, insieme al fratello, alle più importanti rassegne vinicole italiane ed estere.

Ricordato il ritrovamento di viti preistoriche e la produzione di vini "retici" in epoca romana nell'area attorno alla colonia di Brixia, di una tradizione vinicola franciacortina si può autenticamente parlare solo a partire dalla dominazione longobarda, intorno al 500 dopo Cristo, e soprattutto all'inizio del nono secolo, grazie alle riforme in campo agricolo proposte dall'imperatore Carlo Magno. L'affermarsi di una vera e propria tradizione vitivinicola chiama però in causa, come già ricordato, le Corti monastiche, in gran parte monaci cluniacensi, che oltre alla costruzione di splendide abbazie come quella di Rodengo si dedicarono attivamente a dissodare e lavorare i fertili terreni, favorendo lo sviluppo della viticoltura e svilupparono uno status di comunità indipendenti, ovvero "Francae Curtes" esentate dal pagamento delle imposte sul commercio.
Lo storico Gabriele Archetti, nel suo ampio studio Tempus vindemie - per la storia delle vigne e del vino nell'Europa medievale (Brescia 1998) - in un capitolo significativamente intitolato "Una terra vocata: la Franciacorta" testimonia la diffusione della viticoltura tra i secoli IX e XI ed evidenzia come già allora i vigneti fossero disposti sui fianchi collinari meglio esposti, talora con terrazzamenti, in base ad una precisa valutazione che riteneva tale ubicazione più indicata per la produzione di vini..."di qualità", più strutturati e longevi e ricchi di carattere, rispetto ai vigneti di pianura. Grazie allo stimolo dei monaci cluniacensi migliorarono notevolmente non solo le tecniche di coltivazione delle vigne, ma i sistemi di lavorazione del vino, con la costruzione di torchi più solidi e l'adozione, per la vinificazione ed il trasporto per la commercializzazione, di botti di diverse dimensioni.
A quell'epoca la composizione ampelografica dei vigneti franciacortini era notevolmente diversa dall'attuale e cambierà ancora, a fine Ottocento, quando il flagello della fillossera si abbattè anche in zona, e anche se le varietà prevalenti erano Schiava, Groppello, Nostrano, Malvasia, Moscatello e Vernaccia, e di Pinot (bianco o nero) e Chardonnay non esisteva ancora traccia, iniziava a prendere piede una consuetudine che, secoli dopo, farà la fortuna e l'immagine della Franciacorta, l'uso di produrre vini "mordaci", frizzanti e rifermentati. Come ha scritto lo scrittore e giornalista statunitense Burton Anderson nel suo volume Franciacorta - un territorio, un vino (Milano, 1999), "le tecniche di produzione erano variabili e i risultati imprevedibili dal momento che non erano stati messi a punto procedimenti affidabili di stabilizzazione.
I vini con un contenuto residuo di zuccheri e lieviti attivi tendevano a proseguire la fermentazione. Perfino i vini secchi potevano andare incontro ad una fermentazione secondaria o malolattica innescata dal caldo. Il fatto che un vino diventasse dolce o secco, leggermente frizzante o completamente spumeggiante, dipendeva dal tempo, dalle condizioni climatiche, dalle fasi della luna e anche dalla fortuna".
La tradizione di produrre vini con...bollicine però proseguì e anche se Andrea Bacci, dando alle stampe nel 1596 la sua celeberrima De naturali vinum historia, dove lodava i vini di Franciacorta ricordando che i paesi di Palazzolo ed Erbusco "abbondano in vini assai generosi", non fa menzione dei vini "mordaci", alcuni decenni prima un agronomo, Agostino Gallo, arrivò a parlare di un particolarissimo vino definito "cisiolo".
Un vino ottenuto dal mosto fiore d'uve nere, lasciato fermentare brevemente, conservato in piccole botti custodite nelle cantine più fresche o addirittura in pozzi, per fare in modo che il vino restasse frizzante per almeno un anno. E l'esempio di Gallo fu prontamente seguito, nel 1570, dal medico Gerolamo Conforti, che nel suo Libellus de vino mordaci descrisse caratteristiche, metodologia di produzione, valore terapeutico dei vini giovani e frizzanti, dal gusto "piccante e mordace", prodotti in zona.
Con ciò non s'intende affermare che la Franciacorta abbia preceduto la Champagne e Dom Pérignon, che ebbe la capacità e la fortuna di potersi avvalere di bottiglie e di tappi atti a sopportare la pressione dei vini e di vitigni più adatti alla spumantizzazione, ma semplicemente ricordare la popolarità e la diffusione dei "vini spumeggianti" in Europa e quindi anche in Franciacorta prima del XVII secolo.
Questa tradizione ha acquistato forza e vigore, una dimensione ed un indirizzo moderni ad inizio anni Sessanta, (quando già a fine Ottocento alcuni viticoltori avevano introdotto il Cabernet franc e il Pinot nero) con i primi Pinot di Franciacorta spumante, e quindi con l'avvio della Doc Franciacorta del luglio 1967 che inizialmente interessava sia vini rossi che bianchi, tranquilli e spumanti, ma già nel 1983 contemplava le categorie Franciacorta Doc bianco (da uve Pinot bianco e/o Chardonnay) e Franciacorta Doc Spumante (da uve Pinot bianco e/o Chardonnay, con percentuali di Pinot grigio e Pinot nero sino al 15%). Con l'avvento della Docg del settembre 1995, riservata al Franciacorta (mentre i vini tranquilli, bianchi e rossi, diventavano Terre di Franciacorta Doc), la storia di questa zona vinicola, dove anche il Mosnel ha recitato un ruolo importante, ha completato, per il momento, il suo secolare percorso.
E i "vini mordaci" passano idealmente il testimone alle bollicine nobili del Franciacorta Docg...

2004Annata caratterizzata da temperature mai eccessivamente elevate di giorno, e abbastanza basse di notte, con ottime escursioni termiche che hanno consentito la sintesi e preservazione degli aromi nelle uve. Stagione vegetativa senza grosse sorprese né intoppi e ritorno ad una vendemmia regolare, anche da un punto di vista quantitativo, con produzioni che dopo due anni di raccolti scarsi, hanno potuto raggiungere il tetto massimo consentito dal Disciplinare. L'andamento climatico ha consentito di esaltare le personali vocazionalità delle varie microaree viticole franciacortine, consentendo di prevedere la produzione di basi Franciacorta marcatamente differenti a seconda delle zone di provenienza, di ottima finezza e con acidità sostenute. Tutte premesse per creare cuveé di grande freschezza, aromaticamente complesse, potenzialmente molto longeve e di grande personalità.
2003Annata caratterizzata da piogge molto limitate per i primi nove mesi dell'anno. Dopo le basse temperature di inizio primavera che hanno causato in alcune zone leggeri danni al germogliamento, le temperature si sono mantenute su livelli superiori alla norma soprattutto nel periodo estivo portando ad una raccolta molto anticipata. Queste particolari condizioni climatiche hanno consentito la produzione di uve di eccellente stato sanitario con un contenuto zuccherino superiore alla media. La resa sia in campo che in cantina è stata quantitativamente inferiore agli scorsi anni a causa della limitata disponibilità idrica e alla conseguente maggiore concentrazione dei succhi delle bacche.
Le aspettative sono quelle di un Franciacorta caratterizzato da un buon grado alcolico e con corpo e complessità aromatica importanti.
2002L'inverno particolarmente rigido ed asciutto ha indotto un germogliamento della vite disforme e piuttosto stentato che poi si è ripreso grazie alle condizioni meteo primaverili che hanno favorito il recupero vegeto-produttivo della coltura. La fioritura, caratterizzata da giornate fredde e piovose, ha prodotto una ridotta allegagione con conseguente minor peso medio del grappolo. Dopo il mese di giugno, particolarmente caldo e asciutto, l'estate si è caratterizzata per le basse temperature medie e le elevate piogge, accompagnate da qualche evento grandinigeno. Il tutto si è tradotto in una vendemmia che quantitativamente si colloca al di sotto della media degli ultimi anni, caratterizzata però da parametri analitici delle uve il cui rapporto zuccheri/acidità, particolarmente interessante, consente di prevedere lunghi periodi di permanenza del Franciacorta sui lieviti e quindi l'uso di questa annata per grandi millesimati.
2001Annata caratterizzata da temperature medie piuttosto basse fino all'allegagione del grappolo con precipitazioni consistenti e ben distribuite che hanno prodotto grappoli non troppo serrati. Dopo l'allegagione la stagione ha riservato un cambio climatico per cui le temperature sono diventate piuttosto alte e le precipitazioni sono divenute molto scarse a partire dall'invaiatura, consentendo alle uve una maturazione ottimale sia dal punto di vista sanitario che analitico per disporre di basi Franciacorta con ottimo rapporto zuccheri/acidità. I vini base si presentano molto puliti, ricchi di profumi varietali intensi e molto fini. La basi Franciacorta 2001 annunciano una grande annata.
2000Annata caratterizzata da un periodo di basse temperature e poca umidità prima dell'invaiatura; dall'invaiatura alla raccolta (inizio il 18/08) il clima è stato molto caldo, secco e ventilato. Ottimo il rapporto zuccheri/acidità nelle uve. Le rese in mosto dei vigneti campioni si sono attestate sui 5.850 litri/ettaro. Le basi Franciacorta presentano un ottimo titolo alcolometrico con residui zuccherini limitati, un buon valore del pH e soprattutto di acidità; i vini base presentano una buona struttura, di corpo, con profumi e aromi variegati, intensi e molto delicati.
1999Anche l'annata 1999 è stata caratterizzata per la nostra Azienda da bassissime rese che assicurano concentrazione e complessità ai vini. La maturazione delle uve destinate alle basi spumante dei Franciacorta è stata perfetta, con buone escursioni termiche in vendemmia che hanno favorito lo sviluppo del quadro aromatico. Annata interessante anche per i Terre di Franciacorta bianchi e rossi.
1998Quest'annata è contraddistinta da rese per ettaro particolarmente basse, a causa della scarsità di precipitazioni nel periodo successivo all'invaiatura. La maturazione è stata ottimale per ogni varietà, grazie alla scarsa piovosità in periodo vendemmiale. La qualità ottenuta è di notevole pregio sia nel caso dei Franciacorta Docg che dei Terre di Franciacorta bianchi: eccezionali tutti i vini rossi prodotti, Terre di Franciacorta rosso e Igt Sebino Pinot nero.
1997L'annata ha avuto un andamento climatico perfetto, la produzione è stata leggermente inferiore all'anno precedente, pur fornendo un'uva di ottima qualità. La definiremmo una vendemmia da cinque stelle, con una qualità decisamente ottima anche per i vini Terre di Franciacorta, sia bianchi che rossi.

Ospitata in gran parte nelle antiche strutture cinquecentesche e nei suoi diversi ambienti opportunamente risistemati che conservano l'antico fascino e assicurano un'atmosfera del tutto particolare, la cantina è ora perfettamente funzionale per accogliere le diverse procedure di vinificazione e d'affinamento. Il Mosnel, nome che venne utilizzato per la prima volta sulle etichette dei vini nel 1976 (in precedenza indicati come produzione dell'azienda agricola Barzanò Barboglio) è stata tra le primissime aziende franciacortine a dotarsi di vasche d'acciaio inox, di impianti di refrigerazione e di presse pneumatiche, di nuova generazione che convogliano ogni pressata in singole vasche d'acciaio, suddivise non solo per tipo di vitigno, ma in base al vigneto di provenienza.
Accanto ai serbatoi inox trovano spazio in cantina, negli ambienti più tranquilli e dotati di temperatura controllata ed umidità costante, piccole botti di rovere ungherese e francese, proveniente dai più pregiati boschi del Massiccio Centrale, utilizzate soprattutto per la fermentazione e l'affinamento a contatto del letto di lieviti che assicura maggiore complessità e stabilità di colore al Franciacorta. Per questo utilizzate anche fino al decimo anno di età. L'azienda crede nelle grandi possibilità offerte dall'uso dei piccoli fusti di legno francese, se utilizzati con intelligenza e misura, su vini di notevole concentrazione e qualità.
In tal senso dedica grande cura alla scelta delle migliori tonnellerie, al giusto grado di maturazione e tostatura dei legni e varia tempi e modalità di affinamento in base al tipo di vino. Solo tre vini sono pertanto prodotti con un affinamento al 100% in barriques nuove, il Sulif, il Passito e il Pinot nero. Il Rosso Fontecolo, per un terzo si vede ospitato in barriques nuove, un terzo di secondo e un terzo di terzo passaggio.

COME NASCE IL FRANCIACORTA
Il Franciacorta è un metodo classico o metodo tradizionale realizzato con il metodo champenois o della rifermentazione in bottiglia adottato da secoli per lo Champagne. Il carattere spumeggiante e non tranquillo dei vini, si ottiene con un procedimento naturale che trasforma gli zuccheri in alcol e anidride carbonica che trattenuta nella bottiglia si scioglie finemente nel vino formando le caratteristiche bollicine.
Il procedimento comprende svariate delicate operazioni di cantina che vengono eseguite con meticolosa attenzione e perizia artigianale e comportano tempi lunghi ( alcuni vini possono arrivare ad invecchiare anche molti anni prima della loro commercializzazione ) e notevoli costi, che non possono che giustificare il prezzo finale, più alto di un normale " spumante " generico, del prodotto.
I risultati in termini di finezza, di eleganza, di personalità e completezza dei vini, dimostrano però come i prezzi dei Franciacorta e dei vini del Mosnel siano più che giustificati dalla sostanziale differenza qualitativa con i normali " spumanti " generici realizzati su scala industriale con procedure più rapide e meno costose.
Le uve vengono portate in cantina, in cassette, dopo un'attenta selezione, ancora perfettamente integre e nel minor tempo possibile dal momento della raccolta e dopo la pressatura soffice il mosto ricavato viene stoccato e fatto fermentare, a temperatura controllata che non supera mai i diciotto gradi, con l'ausilio di lieviti selezionati, e quindi stoccato.

E' solo la primavera successiva che i vini base destinati ai Franciacorta vanno a comporre le cuvée destinate alla rifermentazione in bottiglia dove sostano per un minimo di 25 mesi.

Attualmente l'azienda dispone di circa 40 ettari vitati di proprietà ( 35 a uve docg e 5 ad uve doc), suddivisi in sedici appezzamenti che circondano il nucleo aziendale e facilitano lo svolgimento delle operazioni vendemmiali e assicurano una tempestività di arrivo in cantina per la pigiatura e la vinificazione.
I vitigni allevati sono:
DOCG: Chardonnay, Pinot bianco e Pinot Nero
DOC: Cabernet ( Franc e Sauvignon ), Merlot, Nebbiolo, Barbera
La struttura dei terreni, dove sono ubicati in area morenica i vigneti, è calcarea più che argillosa, moderatamente profonda. I vigneti sono in gran parte esposti a Est - Sud-Est e si appoggiano alle colline di Fantecolo. Nella parte finale sono collocate le vigne destinate a fornire le basi per il Franciacorta, man mano che si sale trovano posto invece i vigneti che forniscono le uve per i Curtefranca riserva.
Tutti i vigneti di proprietà sono nel territorio di Passirano e Provaglio e sono condotti con il massimo rispetto per l'ambiente, con una convinta adesione, dal 1995, alla Legge Comunitaria 2078/94, ora Misura F, che prevede rigide norme sul rispetto dell'impatto ambientale.
Dal 1985 i vigneti in dotazione e quelli successivamente acquisiti sono stati fatti oggetto di un intenso lavoro di rinnovamento, passando dai vecchi e superproduttivi impianti a sylvoz, al cordone speronato, con una densità tra 4000 e 8000 piante per ettaro. Pari attenzione è stata dedicata al contenimento della resa media per ceppo, che attualmente è inferiore a due chilogrammi.
Attualmente l'età media dei vigneti varia da una ventina d'anni, per i più vecchi, sino a sei anni, per quelli di più recente reimpianto.

Premessa importante: i nostri Franciacorta Docg, vini secchi e ricchi di sapidità, non vanno mai abbinati ai dessert.
Il contrasto tra il gusto dolce di una torta o di un pasticcino e il gusto secco-acidulo di un metodo classico genera una disarmonia insopportabile.
I dessert sono molto più adatti a vini dolci come il Moscato, l'Asti, il Brachetto d'Acqui, e alcuni Prosecco leggermente amabili.
Il Franciacorta Docg non è solo un perfetto aperitivo, soprattutto nelle versioni Brut ed Extra Brut, ma si abbina meravigliosamente, anche nel caso del Satèn millesimato, all'intera gamma degli antipasti, ai salumi, alle preparazioni a base di verdure e di uova, ai risotti ( con i funghi, i pesci e con il Franciacorta ), alle paste asciutte a base di verdure e di pesce e soprattutto ai crostacei e ai pesci di mare e di acqua dolce.
Per gli abbinamenti a carni bianche (pollame soprattutto), salmone, pesci dalla buona struttura o proposti con preparazioni in salsa sono particolarmente consigliati il Franciacorta Brut millesimato e l'Extra Brut.
AVETE MAI PROVATO CON IL FRANCIACORTA ?
Per scoprire il piacere di pranzare... a tutto Franciacorta Vi consigliamo di provare ad abbinare i nostri Franciacorta Docg anche a questi piatti.
Filetti di sogliola alla mugnaia Cocktail di scampi o gamberetti
Tagliatelle ai funghi chiodini Crema di verdure
Baccalà alla vicentina Filetti di pesce persico
Spaghetti allo zafferano Fusilli con carciofi e peperoni
Insalata di cappone Insalata di coniglio
Frittata con zucchine Insalata niçoise
Ravioli di branzino Minestrone col pesto
Risotto con i carciofi Peperoni ripieni di riso
Risotto alla milanese Riso alla parmigiana
Risotto con gamberetti Riso e rane
Zuppa di funghi Rombo in salsa
Verdure grigliate Salmone marinato
Spaghetti con l'aragosta Spaghetti con la bottarga
Fettuccine al salmone Stracci ai frutti di mare
Gnocchetti di spinaci Tagliolini con fiori di zucca
Risotto con asparagi Tortelli di erbette
Tortelli di zucca Tortelli di erbette e ricotta
Spaghetti freddi con caviale Tortellini al burro fuso
Luccio in insalata Trota al forno
Minestrone alla milanese Zuppa di lenticchie

A TAVOLA CON I TERRE DI FRANCIACORTA bianco e rosso
proposte d'abbinamento
I nostri Terra di Franciacorta bianco, la versione "base" prodotto con uve Pinot bianco e Chardonnay ed il cru Campolarga, uno Chardonnay in purezza, si abbinano a buona parte dei piatti ( antipasti, salumi, preparazioni a base di verdure e di uova, risotti con funghi e pesci, paste asciutte a base di verdure e di pesce, crostacei e pesci di mare e di acqua dolce) consigliati come mariage ottimale ai Franciacorta Docg. Vanno molto bene anche con insalate fredde di coniglio e di cappone, ravioli di branzino, zuppe di funghi, tagliolini con fiori di zucca, creme di verdure, trote in diverse preparazioni, ecc.
Il Terre di Franciacorta Sulif, invece, prodotto da uve Chardonnay 100%, fermentato e affinato in piccoli fusti di rovere francese, oltre che ai piatti a base di pesce, nelle preparazioni più elaborate e con salse, si sposa molto bene ai crostacei tipo un tortino di astice con melanzane trifolate, gamberi saltati in padella con cannellini, a carni bianche in insalata, pollame, oltre che all'intera gamma dei primi piatti con verdure come dei ravioli di melanzane e mozzarella e con pesci.
I Terre di Franciacorta rosso, base o cru Fantecolo (affinato lungamente dapprima in piccole botti di rovere, quindi in bottiglia) e il Pinot nero Igt Sebino, sono vini molto indicati ad accompagnare una vasta gamma di preparazioni, primi piatti con ragù di carne, risotto con salsiccia, brasato o gulasch di manzo, il classico manzo all'olio e lo spiedo alla bresciana, bolliti misti, roast beef, tagliate, bistecche alla fiorentina, battuta di puledro, pollame nobile, carrè affumicato di maiale, arrosti, cotoletta alla milanese, bocconcini di vitello in umido, coniglio o pollo al forno con patate, faraona al cartoccio e involtini saporiti.
Il Pinot nero eccelle con la cacciagione e la selvaggina, ( sella di capriolo con mirtilli, costolette di cervo, fagiano ripieno, lepre in salmì, ecc.) e con formaggi stagionati.
Ultimo vino della nostra gamma, il Passito Sebino IGT, da uve Chardonnay lasciate ad appassire sui graticci sino a novembre, non un vino da dessert in senso stretto, anche su dolci secchi e paste di mandorle si esprime bene, piuttosto un vino da meditazione o da fine pasto che offre la sua migliore prova su paté e terrine di fegato, su formaggi a pasta molle o erborinati, oppure centellinato, servito fresco ma non ghiacciato, in solitudine.

Camignone
Il nome di questo borgo dove ha sede la nostra azienda agricola deriva dal toponimo Casa minor ( ca' mignon) e designa in maniera chiara la sua origine medioevale e lo sviluppo su un antecedente pagus romano.
I monaci cluniacensi per condurre i lavori agricoli in campagna si avvalevano del servizio di "servi della gleba" ospitati in case coloniche appositamente costruite poste lungo le più importanti vie di comunicazione e spesso rifugio di viandanti e pellegrini.
La Franciacorta è posta fra dolci colline moreniche tra il Monte Orfano e il Lago d'Iseo, in provincia di Brescia. Nel suo territorio antichi monasteri, ville patrizie, castelli, abbazie, pievi, vestigia risalenti agli antichi romani, affreschi, testimoniano la presenza dell'uomo e il piacere dei nostri antenati di risiedere e operare in questa piacevolissima enclave dotata di un clima favorevolissimo alla coltura della vite. Numerosi luoghi notevoli della Franciacorta rivelano origini longobarde, romane o celtiche.
L'etimologia del nome Franciacorta trova differenti ricostruzioni ed i cultori di storia locale hanno discusso per secoli su quest'argomento, senza pervenire ad una soluzione definitiva. Per alcuni, come il Malvezzi, l'origine risale a Carlo Magno, che dopo aver conquistato Brescia nel 774 si accampò nella vicina Rodengo proprio nel giorno di San Dionigi, una ricorrenza che era solito celebrare a Parigi. Preso dalla nostalgia decise pertanto di ribattezzare la zona come "piccola Francia", poi adattato in Francia corta.
Un'altra ipotesi chiama invece in causa l'insurrezione popolare del 1265 contro le truppe d'occupazione guidate da Carlo d'Angiò, e il motto "francesi fuori, qui la Francia sarà corta". La versione più accreditata e diffusa, ci rimanda piuttosto all'epoca medioevale alla presenza sul territorio di una serie di Corti monastiche, in gran parte monaci cluniacensi, che oltre alla costruzione di splendide abbazie come quella di Rodengo si dedicarono attivamente a dissodare e lavorare i fertili terreni, favorendo lo sviluppo della viticoltura. Lo status di comunità indipendenti, ovvero "Francae Curtes" esentate dal pagamento delle imposte sul commercio, delle corti monastiche, fece sì che questa zona venisse in breve ad essere definita "Franzacurta", come appare in uno statuto municipale di Brescia del 1277, e quindi Franciacorta.
Alcuni cenni storici
La Franciacorta fu abitata sin dall'antichità: tracce dell'uomo neolitico sono state scoperte nei pressi delle torbiere del Sebino (abitazioni lacustri, oggetti di selce, di terracotta, di bronzo e rame). La abitarono poi i Galli Cenomani, quindi i Romani e le popolazioni vennero iscritte alla tribù Fabia.
La strada romana Tetellus che l'attraversava era molto importante e lungo il suo percorso sorsero i primi centri abitati. Durante le invasioni barbariche fu campo di passaggio, di rapine e devastazioni, da cui gli abitanti tentarono di difendersi con la costruzione di rocche e castelli.
Fu quindi la volta dei Longobardi e dell'epoca feudale e al posto del "municipium" e del "pagus" romani si imposero le corti feudali, le giudicarie, ed il castrum divenne il nucleo centrale della vita delle diverse località.
Seguirono i Franchi e sorsero i monasteri cluniacensi: Rodengo (il più importante), S. Pietro in Lamosa, Cazzago e da questo momento l'agricoltura conobbe un nuovo e più importante sviluppo.
Successivamente non mancarono anche qui Guelfi e Ghibellini i quali, con la partecipazione di Re Enzo di Hohenstaufen, ne fecero un campo di battaglia. L'esercito di Carlo d'Angiò, capitanato da Roberto di Bethun giunto in aiuto al guelfo Filippo della Torre, sconfisse sotto le mura di Capriolo il ghibellino Oberto Pallavicino. Una coalizione di abitanti dei paesi franciacortini mise quindi in fuga le milizie francesi.
Rovato nel 1312 fu assediata e conquistata da Arrigo VII di Lussemburgo. Dal 1447 al 1797 la Franciacorta, con Brescia, divenne parte della Repubblica Veneta e Re Luigi XII di Francia, chiamato in aiuto da Venezia e accolto con giubilo anche a Rovato nel 1498, entrato a far parte della Lega di Cambrai, s'impossessò dei castelli locali.
Il diciassettesimo secolo vide il passaggio rovinoso, intorno al 1630, dei Lanzichenecchi, ed in seguito la zona, dove San Carlo Borromeo amava sostare durante le sue visite pastorali, fu teatro durante le guerre di successione, del passaggio d'Eugenio di Savoia e delle truppe francesi.
Il Risorgimento, per venire ad epoche più vicine, fu molto sentito in Franciacorta, dove l'aspirazione all'indipendenza vide protagonisti Andrea Tonelli di Coccaglio e Gabriele Rosa di Iseo, condannati alla detenzione nel carcere dello Spielberg con Silvio Pellico, mentre Don Domenico Zamboni ed i fratelli Enrico ed Emilio Dandolo accadero in combattimento. Da non dimenticare poi le figure di Ernesto della Torre e di Giuseppe Barboglio, eroe di Calatafimi.
Tra gli ultimi personaggi che scelsero la Franciacorta come buen retiro non va dimenticato il mitico pianista Arturo Benedetti Michelangeli, che risiedette a Calino, feudo del Conte Maggi, fondatore della Mille Miglia.

Facilmente raggiungibile dall'uscita autostradale di Ospitaletto; a pochi passi dallo splendido lago d'Iseo, è possibile trovare un luogo dove il vino è diventato cultura. Si tratta di "Quelli che il vino" inaugurato ufficialmente nel 2003 come nuovo ed inedito spazio dedicato ai devoti del dio Bacco. Un'intera realtà al servizio del territorio che si estende fra le dolci colline moreniche della Franciacorta, all'interno degli antichi locali della storica azienda Il Mosnel; creato al fine di rafforzare un legame antico con la terra e con i prodotti che questa offre.
L'idea è nata a Lucia e Giulio Barzanò, titolari insieme alla madre Emanuela Barboglio della maison di Camignone; mossi dall'esigenza di realizzare un punto di riferimento per tutti quelli che guardano all'enologia come espressione di cultura. Desiderio è che 'Quelli che il vino...' si concretizzi come uno spazio dove persone diverse per professione, istruzione, abitudini e stili di vita si incontrino nella comune passione per il prezioso nettare: dal semplice appassionato all'enologo, dal produttore al consumatore, dal sommelier all'esperto di settore, per condividere, apprendere e confrontarsi su tutti gli aspetti legati a questo speciale prodotto.
Il calendario degli incontri è colmo di interessanti iniziative: dalle tradizionali degustazioni guidate ai più accattivanti abbinamenti cibo - vino; dagli appuntamenti musicali a quelli letterari enoculinari, dove il vino sarà sempre il grande protagonista, in un ambiente davvero unico, versatile. Si tratta di un locale su due piani, climatizzato, con travi a vista sul soffitto mansardato ed ampie finestre affacciate sui più bei vigneti dell'azienda. Caldo, accogliente e multiforme nella sua struttura; arredato con sobria eleganza e adattabile ad ogni tipo di esigenza. I massicci tavoloni in legno sono infatti pronti, all'occorrenza, a fare spazio ad un auditorium multimediale che può ospitare fino a ben 100 persone! Per le belle giornate offriamo, inoltre, la possibilità di degustare i nostri prodotti direttamente all'aria aperta, sotto il nostro confortevole loggiato, godendo della suggestivo panorama dei vigneti. E' in questa splendida cornice che vi offriamo la possibilità di organizzare i vostri incontri aziendali, conferenze e piccoli congressi garantendo servizio, stile e cordialità, trasformando, così, un momento di grande impegno in un evento speciale.
A "quelli che il vino" lo leggono, inoltre, è a disposizione l'elegante intimità di un angolo salotto, con una fornita libreria che consentirà la consultazione delle più autorevoli guide e riviste del settore. Una vera e propria oasi di relax con vista! Sono particolari che fanno la differenza e che rendono la struttura in grado di offrire un livello di confort e praticità pari alla sua bellezza ed eleganza.
E' sempre possibile inoltre, su prenotazione, visitare la cantina, il borgo e il parco della villa con le sue secolari piante; per meglio degustare i vini de Il Mosnel anche in accompagnamento a piccole sfiziosità della zona come salumi e formaggi del territorio. Da quest'anno saranno inoltre a disposizione anche comode biciclette e simpatici cestini da pic-nic, per indimenticabili gite utilizzando i due percorsi a disposizione: il Percorso delle Rose (4 km) e quello del Tasso (7 km) che si ramificano attraverso i 40 ettari dei nostri vigneti. Per chi, invece, ha paura di perdere la bussola è previsto, su prenotazione, un servizio di guida durante l'escursione.
Una sorta di prezioso scrigno nella splendida zona della Franciacorta; molto più di un semplice spazio aziendale; aperto da "Quelli che il vino... è la loro vita", dove del vino si parla, si discute; dove il vino si degusta, si celebra; dove il vino è arte, scienza, cultura, emozione, gioco; dove il vino è presente, sempre, non solo nel bicchiere o nelle parole, ma anche nei filari delle viti che irrompono dalle vetrate, e nel profumo che dalle cantine riempie l'atmosfera. Per la gioia di tutti "Quelli che il Vino...".
Il ricco carnet di appuntamenti è sempre consultabile sul sito internet www.ilmosnel.com nella sezione "Quelli che il vino"; ai quali sarà possibile prendere parte prenotandosi telefonicamente allo 030.653117 o tramite e-mail: quellicheilvino@ilmosnel.com.
CARATTERISTICHE:
Possibilità di meeting/convegni/corsi/seminari:
- Saletta per meeting fino a 40 persone
- Sala Auditorium fino a 70 posti
- Gran sala Auditorium fino a 100 posti
- Loggiato con vista panoramica sui vigneti
- Impianto di amplificazione audio con microfoni
- Impianto di videoproiezione da pc
- Impianto di climatizzazione
SERVIZI OFFERTI:
- Visita delle cantine, del borgo e del parco
- Degustazione dei nostri Franciacorta Docg e Terre di Franciacorta accompagnati da salumi e formaggi del territorio
- Pranzi o cene di lavoro da concordare con i migliori servizi di catering della zona
- Biciclettate a disposizione per gite nei vigneti con possibilità di cestini da pic-nic
- Serate di degustazioni tematiche
- Su richiesta si organizzano seminari e corsi di degustazione, corsi di cucina ed escursioni nei vigneti.

Una storia affascinante quella dell'azienda vitivinicola di Camignone il Mosnel che in questo 2008 festeggia i suoi primi 40 anni con la Denominazione di Origine Controllata. Una storia che parla del grande amore per le proprie radici e per la terra e che ha avuto una grande e meravigliosa protagonista, Emanuela Barboglio; una donna forte, determinata, che per decenni ha rappresentato l'anima della cantina. Oggi l'eredità di Emanuela Barboglio è stata raccolta dai figli Giulio e Lucia Barzanò che proseguono con altrettanta passione il cammino intrapreso. Correva l'anno 1968 quando il Mosnel delineò la sua piena vocazione vitivinicola e vennero piantati i primi vigneti con la neonata denominazione di origine controllata "Franciacorta". E se le bollicine di Franciacorta hanno un padre riconosciuto che è Franco Ziliani, non ci si sbaglia riconoscendo proprio in Emanuela Barboglio la madre, che nei primi anni '90 fece pubblica rinuncia al Metodo Charmat consentendo così la nascita del disciplinare del l'odierno Franciacorta DOCG.
Dal 1968 a oggi il Mosnel si è sempre mantenuto al passo con i tempi per garantire, sia in cantina che in campagna, il più alto livello di qualità. Fu infatti tra le prime aziende a dotarsi di vasche in acciaio inox (talmente grandi che vennero introdotte in cantina attraverso il tetto, destando la curiosità di tutto il borgo di Camignone), impianto di refrigerazione e presse pneumatiche. In campagna i vigneti furono rinnovati scegliendo con cura posizione e qualità dei terreni e dei cloni: si sosituirono i vecchi e iperproduttivi impianti sylvoz e fu adottato il sistema di allevamento a cordone speronato con 4000 ceppi per ettaro. "Su tutte le nostre etichette - dicono Giulio e Lucia Barzanò - c'è una frase che racchiude la nostra filosofia. Un piccolo motto che svela il semplice segreto dei vini che produciamo: Il tempo e l'esperienza ci insegnano come trasformare le nostre uve in emozioni . Perché un vino, come un'opera d'arte è un'esplosione di sensazioni, un viaggio attraverso i sensi. È una piccola magia che per accadere ha bisogno di tanta pazienza, di grandi cure e attenzioni, dell'amore per le proprie radici, il territorio, le vigne. Solo così nasce un vino che arriva fino al cuore!".
Oggi il Mosnel è una delle realtà vitivinicole più importanti della Franciacorta e produce circa 250.000 bottiglie, con netta prevalenza di bollicine DOCG. L'intera produzione viene distribuita sia sul territorio nazionale, a ristoranti, enoteche, bar e negozi specializzati, che all'estero, in particolare in Svizzera, Austria, Belgio, Germania, Norvegia, Lussemburgo, Giappone e Stati Uniti.
IL PREMIO IL MOSNEL "QdE"
Il Premio Nazionale il Mosnel "Questione di Etichetta" prese il via nel 2005 con la prima edizione. Un vino straordinario, raro, un Brut del 1990 in edizione limitatissima aveva visto la luce e richiedeva una veste d'eccezione. Così sbocciò l'idea di una competizione, una sorta di "divertissement" tra designer che, grazie alla preziosa collaborazione di ADI, coinvolse i nomi più importanti della grafica nazionale. E in men che non si dica la macchina organizzativa si mise in moto e nacque un vero e proprio concorso che venne accolto dagli addetti ai lavori con grande entusiasmo e che diede vita a numerosi progetti di notevole creatività e fascino. La giuria esaminò i lavori e incoronò il vincitore: le 300 doppie bottiglie di Franciacorta Brut 1990 trovarono la loro etichetta d'autore! (per gli annali: i vincitori furono gli architetti Franco Origoni e Anna Steiner dell'omonimo studio).
Oggi, tre anni dopo, i tempi sono maturi per il debutto di una nuova cuvée, altrettanto prestigiosa e sempre in edizione limitata (questa volta le bottiglie Magnum sono 360). Protagonista il Franciacorta DOCG Brut "QdE" 1998, frutto di un'altra annata straordinaria e alla ricerca di un packaging che ne sottolinei l'eccezionalità.
Torna così la II edizione del Premio il Mosnel, ancora supportata dall'insostituibile patrocinio di ADI, sempre rivolta ai grandi designer e con un solo indiscusso protagonista, un vino da collezione che è un'autentica chicca per veri appassionati. E il certame tra designer si riaccenderà ogni volta che il tempo, il lavoro e la passione ci regaleranno nuove annate di "QdE", ognuna con un'etichetta d'autore diversa, opere d'arte che racchiuderanno opere d'arte. Le prime da collezionare e ammirare, le seconde da gustare.
FRANCIACORTA DOCG BRUT QdE 1998
La bottiglia che qui presentiamo racchiude il frutto di un'ottima annata e di tanto lavoro ed esperienza accumulati nei decenni dall'Azienda Agricola il Mosnel.
10 anni; tanto è stato il tempo necessario affinché le potenzialità di un' eccellente annata dessero vita all'equilibrio della prestigiosa cuvée Franciacorta DOCG Brut QdE.
Ma facciamo un passo indietro, sino a quel lontano 1998. Dopo l'invaiatura e fino alla vendemmia le precipitazioni furono particolarmente scarse. L'annata si contraddistinse perciò per le rese decisamente basse ma anche per una maturazione ottimale, condizione indispensabile per ottenere una qualità di notevole pregio. E così, dopo la mirabile annata del 1990, otto anni dopo anche le migliori uve Chardonnay e Pinot Bianco provenienti dai vigneti Larga Vecchia, Roccolo e Roccolino vennero vinificate in bianco, in vasche d'acciaio (il 70%) e in piccole botti di rovere (il 30%), per creare un vino eccezionale. L'assemblaggio della cuvée avvenne a marzo, seguì il "tiraggio", ovvero l'imbottigliamento con aggiunta di lieviti e zuccheri. Poi le bottiglie furono coricate in cataste nelle secentesche cantine e qui restarono per nove anni, prima di procedere con la tradizionale lavorazione sui cavalletti. Infine l'espulsione dei lieviti, la dosatura, il nuovo tappo... e una prestigiosa veste d'autore per un vino eccezionale in edizione limitata: soltanto 360 bottiglie numerate in formato Magnum per i pochi fortunati che potranno gustare questo prodotto unico e irripetibile.
Il Franciacorta DOCG Brut "QdE" 1998 ha un bel color giallo paglierino, brillante, le tonalità dorate regalate dal sole che accarezza i vigneti. La spuma fine e persistente, sprigiona al naso un bouquet intenso, ampio ed emozionante con spiccate note di lieviti, crosta di pane e frutta secca. Al gusto è suadente, vivo, elegante e di grande equilibrio, perfetto per accompagnare i migliori piatti dell'alta ristorazione.
Uve:
60 % Chardonnay e 40 % Pinot Bianco
Alcool:
13% vol.
Acidità:
6,2 per mille
Zuccheri riduttori:
7 gr lt
Estratto secco:
23,3 gr lt
Produzione: lt 1,5: 360 (sboccatura marzo 2008)

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