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Pontey

Descrizione

Il toponimo potrebbe derivare dal latino "pons", nella forma di "ponticulus" (ponticello).
Comune situato sulla destra orografica della Dora Baltea, ai piedi del Mont Ruvic, del Monte Giron del Monte Barbeston e della Cima Nera, completamente circondato dal verde dei prati e protetto da fitti boschi di castagno che, a quote più alte, lasciano il posto a pini, larici ed abeti, Pontey è situato a soli 24 chilometri da Aosta e di fronte ai comuni di Saint Denis e di Chatillon. Il territorio è bagnato dai torrenti Vau, Eau Noire e Molinaz e presenta giacimenti minerari sfruttati soprattutto nel XVIII secolo: sono ancora visibili i cunicoli delle cave e le tracce delle estrazioni. Il percorso delle macine della Valmeriana, sentiero che conduce dall'Alpe Valmeriana a Bellecombe, è disseminato di resti di antiche macine solo abbozzate nella roccia, segno dello sfruttamento avvenuto in questa zona, per secoli, della particolare pietra facilmente lavorabile ed in quanto tale usata per produrre macine e pentole ollari.
Il ritrovamento dei resti di insediamenti protostorici a Tsaillonet, a Banchet e a Torin e di una tomba a Proley testimonia la presenza umana nella zona sin dalle epoche più antiche; nei pressi di Chambave si svolgeva l'attività mineraria sin dalla tarda Età del Bronzo. Durante il periodo medievale i primi signori di Pontey furono i Visconti di Aosta, successivamente divenuti signori di Challant-Ussel e Chatillon. Per molti anni fu diviso in due parti: uno dominato dai signori di Ussel, l'altro dagli Chatillon. Durante il periodo fascista, nel 1928, Pontey fu unito a Chatillon e ricostituito comune autonomo solo nel 1946.

Da vedere:

La chiesa parrocchiale di San Martino, costruita nel 1764 su una preesistente chiesa del 1179, ha subito negli anni numerosi restauri, presenta pianta rettangolare con presbterio quadrato e sopraelevato, due cappelle laterali più recenti. Conserva, oltre all'altare maggiore, opera dello scultore valsesiano Giacomo Gilardi, del varesino Giulio Danieli e del pittore valdostano Luigi Artari, che iniziarono la loro opera nel 1833 ed eseguirono anche altri lavori, due altari laterali in legno intagliato e dipinto del 1764, un pregevole crocifisso, risalente alla seconda metà del XV secolo, è esposto nel presbiterio. Il piccolo campanile, probabilmente risale al XV secolo, fu sopraelevato nel 1874 e coperto con una guglia alta 11 metri. Presenta quattro pinnacoli, una cella campanaria, provvista di bifore, che ospita quattro campane, di cui la più antica risalente al 1516 e l'orologio collocato nel 1847.
La cappella di Notre Dame de Pitiè a Torin, fondata nel 1722, fu decorata da François Gallizia di Chatillon.
La cappella dell'Esaltazione della Croce in località Valerod, costruita nel 1630, ha subito numerosi restauri.
Le Grand Fourneau, altiforno del XVIII secolo, situato nei pressi di Plan-Coca.
Gli antichi Rascard, abitazioni in legno e pietra, ed i forni ancora visibili in alcuni villaggi.
Il percorso delle macine della Valmeriana.

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