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Chambave

Descrizione

Il toponimo potrebbe derivare dal nome di persona "Cambo" o da "camb" (ricurvo) o infine da "campus aquae". E' un comune situato a poco più di 480 metri di altezza, su colline soleggiate, a pochi chilometri da Saint Vincent; il territorio è molto vasto e composto da numerose località cinte da curati vigneti che, grazie al clima favorevole ed alle scarse precipitazioni, producono vini di grande qualità come il Moscato di Chambave, conosciuto sin dal XV secolo ed apprezzato a livello nazionale ed internazionale, che si abbina divinamente agli ottimi prodotti gastronomici locali. Nel corso dei secoli è stato più volte oggetto di citazioni storiche: sembra che alcuni barili di Muscat fossero stati donati a Bona di Borbone, madre di Amedeo VIII di Savoia.
La località era abitata già in tempi remoti: lo testimoniano le tracce di attività mineraria svolta sin dall'Età del Ferro nella zona del Mont Tsailloun, al confine con Pontey. I Romani hanno lasciato segni evidenti della loro presenza sul territorio in toponimi e reperti, prima fra tutti la strada consolare che passava poco più sopra rispetto all'abitato attuale e di cui rimane un miliario situato davanti alla chiesa parrocchiale. Dati storici attestano che l'originario abitato si trovava più ad occidente, ma una frana distrusse il villaggio che fu ricostruito dove si trova attualmente. Durante il periodo medievale l'abitato fu sottoposto alla giurisdizione dei signori di Cly dominanti su un vasto feudo comprendente, oltre a Chambave, Saint Denis, l'intera Valtournenche, Verrayes, Antey Saint Andrè, Torgnon, Diemoz.

Da vedere:

La chiesa parrocchiale di San Lorenzo, menzionata già nel 1100, è una delle più antiche della regione. Della antica chiesa romanica, ad una sola navata decorata da affreschi, rimane solo la parte più bassa del campanile, la struttura attuale è della metà del XVIII secolo. Nel 1832 fu inaugurata la pala dell'altare maggiore raffigurante il santo patrono, opera di Luigi Artari, alla fine dell'Ottocento fu allungata la navata e costruite due cappelle laterali. Gli altari conservati all'interno sono opera degli scultori Boso e Gilardi, l'altare della Vergine del Rosario e quello dedicato ai Santi Rocco e Sebastiano sono arricchiti da tele risalenti al 1623 di Vincenzo Costantino di Biella, pittore di corte dei Savoia. All'interno della sagrestia è presente un busto raffigurante San Lorenzo, opera dello scultore Molino, risalente al XIX secolo.
Il Museo Parrocchiale allestito recentemente all'interno della chiesa conserva antichi oggetti di uso liturgico, tra cui un reliquiario a cofanetto in rame argentato, croci del XV-XVI secolo, antichi libri liturgici, un quadro risalente alla fine del XVII secolo.
La cappella di Notre Dame de Pitiè fondata nel 1676, conserva una tavola d'altare del pittore Pìccon risalente al 1680.
La cappella di Santa Margherita, di epoca precedente il 1629, conserva una pala d'altare ed il busto raffigurante la santa del XVIII secolo.
La cappella di Notre Dame des Neiges ad Arlier, dedicata a San Leonardo, esistente già nel 1613, conserva un busto raffigurante San Leonardo risalente al XVIII secolo.
La cappella di San Pantaleone a Septumian, esistente già nel 1644, fu distrutta da un'alluvione e ricostruita nel 1855, conserva una statua raffigurante la Vergine, unico oggetto salvato dalla piena.
La cappella dei Santi Grato e Gottardo a Champlan del 1735.
La cappella dei Santi Gregorio ed Antonio da Padova a Chandianaz del 1769.
La cappella di Notre Dame de la Salette a La Poya del XIX secolo.
La cappella dei Santi Giuseppe e Lorenzo a Guet del 1884.
La cappella di Notre Dame de Lourdes e Santi Grato e Teodulo a Fosses costruita nel 1889.
Saint Louis Roi de France e Saint Georges del 1676.
Palazzo Roncas.
Casa Chalfior risalente al 1524.
Casa Guidon del 1550.
Casa Gaillard del 1600, la cui facciata è arricchita da numerose finestre in stile tardo-gotico.
Casa Ronchas del 1640.

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