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Lunamatrona

Descrizione

Circa l'origine del toponimo non c'è concordia di opinioni: infatti taluni lo fanno derivare dal latino "Juno Matrona", con riferimento alla dea Giunone, altri da "luna", l'antica denominazione della dea Diana. Comune della provincia del Medio Campidano, situato nella pianura della Marmilla, circondato dalle colline della Trexenta, il territorio comunale, attraversato dal fiume Mannu, confina con quello di Sanluri. L'economia cittadina si basa prevalentemente sull'allevamento e la produzione di cereali, olivi, viti.
La presenza dell'uomo è attestata sin dall'età nuragica mentre il rinvenimento di tombe e di diversi reperti risalenti all'epoca imperiale provano che la zona fu abitata anche dai Romani. In epoca medievale fu parte del Giudicato di Arborea e nella prima metà del XV secolo del Marchesato di Oristano, che era sotto il controllo della corona spagnola; successivamente fu inglobata nella contea di Quirra. Fu feudo dei Carroz prima e dei Centelles poi e alla fine del XVIII secolo divenne territorio degli Osorio de la Cueva. Il paese in epoca successiva condivise le vicende storiche dell'intera isola e dell'Italia.
Da vedere:
La chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista di cui non si conosce la data di costruzione con precisione, ma la cui esistenza per certo è testimoniata sin dalla seconda metà del Cinquecento. Subì rifacimenti nel Settecento e nell'Ottocento. Presenta una facciata singolarissima, preceduta da una scalinata ed interrotta solo da un portale ad arco e da una finestrella centrale. Ai lati due torri campanarie asimmetriche. Custodisce il Retablo di Santa Maria, opera cinquecentesca di Antioco Mainas.
L'antica chiesa di Santa Greca di cui rimangono solo pochi ruderi.
La casa di Elena Serpi di Santa Cruz di epoca settecentesca.
La tomba dei giganti Su Cuaddu'e Nixìas.
Il Museo del territorio Sa Corona Arrubia.
Il nuraghe Trobas e Pitzu cummu.
Il tempio di Sant'Elia.
Casa Melis.
Casa Setzu.

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