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Bagnacavallo

Descrizione

Città d'arte dell'entroterra ravennate, a pochi chilometri dalla costa adriatica e dalle prime colline dell'Appennino emiliano, Bagnacavallo è una delle località turistiche più interessanti della provincia di Ravenna. Il toponimo deriverebbe, secondo la leggenda, da una fonte termale che avrebbe risanato il cavallo dell'imperatore Tiberio. Il nucleo storico è caratterizzato da un'originale pianta medievale, con lunghe vie porticate di grande scenario e palazzi nobiliari. Le tracce dei primi insediamenti umani risalgono alla tarda Età del Bronzo; successivamente vi si insediarono gli Umbri, gli Etruschi, i Galli e i Romani. In epoca alto-medievale, l'area di Bagnacavallo era occupata da terreni incolti e boschi, tanto che ne pochi documenti dell'epoca è citata come "magnum forestum". Tra il IX ed il X secolo ha inizio un'intensa e sistematica attività di disboscamento e bonifica dei terreni paludosi. Dopo il dominio bolognese e faentino la città passa ai Conti di Cunio, ai Manfredi, allo Stato Pontificio e al Capitano di ventura Giovanni Acuto. Dal 1440 al 1598 è di proprietà della famiglia d'Este, poi fa parte dello Stato della Chiesa fino all'Unità d'Italia.
Siti di interesse:
- la seicentesca Chiesa del Suffragio, eretta dai Gesuiti ed intitolata a Sant'Ignazio di Lojola, si presenta in stile barocco con atrio porticato con colonne in pietra d'Istria.
- la Collegiata di San Michele Arcangelo, sebbene abbia un aspetto barocco, le prime notizie risalgono al XII secolo. L'interno è a tre navate con absidi poligonali e vetrate policrome e conserva un'interessante pala d'altare di Bartolomeo Ramenghi, detto "il Bagnacavallo".
- la Pieve di San Pietro in Sylvis, splendido esempio di architettura esarcale, è una delle pievi romaniche meglio conservate del ravennate. Risalente al VII secolo, fu probabilmente realizzata in prossimità di un tempio pagano dedicato a Giove. L'abside conserva affreschi trecenteschi attribuiti a Pietro da Rimini, mentre nel presbiterio si trova un cippo in marmo greco del VI secolo e nella cripta un altare del VI-VII secolo.
- la Chiesa del Carmine, edificata nel 1671 in stile barocco, ma con elementi neoclassici, e al cui interno è conservata una preziosa tela cinquecentesca di Giovanni Battista Ramenghi, detto "Bagnacavallo jr".
- la Chiesa di San Giovanni, edificata nel XIII secolo in stile romanico-gotico, e ricostruita nel Seicento dopo i danni subiti da un violento terremoto. Attiguo è il convento delle monache di clausura dell'ordine delle cappuccine. Qui, nel 1882 morì la piccola Allegra, figlia del poeta inglese Lord Byron.
- il complesso di San Francesco, risalente al XIII secolo, rimaneggiato più volte e ricostruito nel Settecento.
- il Palazzo Comunale, edificato a partire dal 1791 su disegno di Cosimo Morelli sui resti dell'antico Palazzo brando lini (del quale rimangono tre bassorilievi del XV secolo, conservati nell'ufficio del sindaco). La facciata è in stile neoclassico.
- Palazzo Vecchio, risalente al XIII secolo e più volte rimaneggiato, in seguito a incendi e bombardamenti.
- il Palazzo delle Opere Pie (1728).
- Palazzo Longanesi Cattani, dall'elegante facciata porticata.
- Palazzo dell'Abbondanza (1675) al cui interno si trovava il primo teatro della città.
- Palazzo Folicaldi, dimora signorile seicentesca.
- Palazzo Graziani (XVIII secolo).
- Palazzo Capra, uno dei più eleganti della città.
- la Torre Civica, eretta nel Duecento ed utilizzata come prigione dal XVII al XIX secolo (vi fu rinchiuso il brigante Stefano Pellori, anche detto "il Passatore").
- la Torraccia (XIII secolo), uno degli edifici più antichi della città, si suppone facesse parte del sistema difensivo di Bagnacavallo.
- il Castellaccio, antica struttura fortificata, le cui origini potrebbero risalire al XII secolo.
- il Teatro Goldoni, inaugurato nel 1845. Il progetto è dell'architetto bolognese Filippo Antolini, gli affreschi interni del ferrarese Francesco Migliari mentre il sipario fu dipinto a tempera da Antonio Muzzi.
- l'antica galleria, un passaggio pubblico seminterrato che collega Palazzo Vecchio a Via Trento Trieste.
- Porta Pieve.
- Porta Superiore.
- l'Ecomuseo della Civiltà Palustre.
- l'Etnoparco Villanova delle Capanne.
- il Museo Civico delle Cappuccine.

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