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Candelo

Descrizione

E' un comune in provincia di Biella, situato a poca distanza dal capoluogo di provincia, sulla destra del torrente Cervo. Nel territorio comunale è compresa una grande parte della Baraggia, lembo di territorio rimasto incolto, vasto circa 5000 ettari, particolare per caratteristiche botaniche e geologiche, per proteggere il quale la Regione Piemonte ha istituito una riserva, la Riserva Naturale Orientata delle Baragge che comprende anche territori nelle province di Biella, Vercelli e Novara. Conserva un ricetto, un paese nel paese, fortificato e disabitato, dal latino "receptum" (rifugio), per derrate ed animali, nonché per gli abitanti in epoche di epidemie e guerre. La pianta, che doveva essere quadrata, è divenuta pentagonale per adattarsi alle asperità del terreno, le mura di cinta presentano torri circolari agli angoli e due quadrate all'ingresso e sul lato opposto rispetto alla via principale. Il perimetro interno è separato dalle case per formare la "via di lizza", le altre strade sono disposte a pettine. Ingegnose ed ancora attuali le soluzioni architettoniche, come la "riana", una stretta intercapedine creata tra le case per raccogliere l'acqua piovana e per impedire agli incendi di propagarsi.
Nel 988 Candelo appartenne a Manfredo di Cavaglià, figlio del conte di Vercelli; successivamente fu ceduto al conte Amedeo VI di Savoia, al piacentino Gerardo Fontana, condiviso con i Novellino, i Lessona ed i Villani. Nel 1489 divenne possesso di Sebastiano Ferrero e passò per successione al ramo dei Ferrero Fieschi. Durante la seconda metà del XVI secolo il feudo divenne contea e nello stesso periodo fu più volte invaso dai Francesi e flagellato dalla peste. Nella prima metà del XVIII secolo divenne feudo di Vittorio Amedeo Fieschi. Subì la dominazione napoleonica e successivamente vide il ritorno dei Savoia con i quali rientrarono in vigore i vecchi statuti comunali.

Da vedere:

La chiesa di Santa Maria Maggiore, sorta prima dell'anno Mille, è la parrocchia più antica del paese. Originariamente ad unica navata, è stata oggetto di numerosi rimaneggiamenti fino al XVIII secolo. Attualmente presenta tre navate divise da colonne di granito. La facciata è abbellita da un portico risalente alla prima metà del XVII secolo e da un portale in legno realizzato da Antonio Ferrarone nel 1736. Il campanile risale al periodo compreso tra il XVI ed il XVII secolo. Al suo interno pregevoli opere del XVII secolo e rifiniture in legno di ottima fattura: nella piccola cappella di San Giovanni Battista è conservata una pala del XVII secolo raffigurante la Sacra Famiglia con Santa Elisabetta e San Giovanni, di autore ignoto, una tavola raffigurante la Crocifissione, opera nel 1572, di Boniforte Oldoni, la volta della navata destra fu affrescata da Gaspare de Fornerio e risalgono al periodo compreso tra il XV-XVI secolo.
La parrocchiale di San Pietro, citata già nel 1222, fu ricostruita a partire dal 1679. La facciata risale alla prima metà del XX secolo ed è opera dell'architetto Mosso, presenta un bel portale intagliato risalente al XVIII secolo, una sacrestia settecentesca, pregevoli arredi, dipinti e sculture risalenti al XVII e XVIII secolo.
La chiesa di San Lorenzo, risalente al periodo precedente l'anno Mille e ristrutturata nel XVII secolo in stile barocco, presenta una pregevole porta risalente al XVIII attribuita a Carlo Francesco Aureggio, sculture dello stesso periodo realizzato dallo stesso e dal fratello Pietro Giuseppe, un pregevole pulpito, una statua della Madonna del Carmine, un Crocifisso del Seicento e busti reliquiari e paramenti sacri del XVIII secolo. Il campanile è ugualmente del XVIII secolo.
L'oratorio d Santa Croce, eretto tra il 1640 ed il 1643 e restaurato nel XX secolo, presenta l'architrave del presbiterio in legno intagliato e dipinto risalente al XVII secolo, un Crocifisso ligneo di Giuseppe Orsini e la reliquia della Santa Croce.
L'oratorio dei Santi Grato e Giacomo fu edificato nel 1683 su una preesistente cappella già dedicata a San Grato. Ad unica navata, conserva un altare del 1765.
Il Ricetto.

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