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Vico Equense

Descrizione

Splendida località della penisola sorrentina , situata su un promontorio a picco sul mare e dominato dalla mole del Monte Faito (1400 metri), Vico Equense è rinomata per le sue sorgenti sulfuree, dalle nota proprietà terapeutiche, e per essere la patria della "pizza a metro".
Il toponimo ha chiare origini romane e deriva da "vicus" (piccolo villaggio) a cui fu aggiunta successivamente la specificazione "aequensis", col significato, quindi, di "borgo dei cavalieri".
Sebbene fosse una delle mete predilette dalla borghesia romana che qui realizzò la maggior parte delle sue "villae", antichi ritrovamenti attestano che l'area fosse stata abitata da popolazioni italiche, prima, greche ed etrusche, poi. Dopo la caduta dell'Impero Romano, conobbe la furia distruttiva delle invasioni barbariche, in particolare quella del re goto Teia. Nel XIII secolo acquistò l'indipendenza da Sorrento e dal suo ducato, e, durante le guerre di successione tra francesi e spagnoli sostenne sempre i primi.

Accanto alle indiscutibili bellezze naturalistiche, Vico Equense offre anche un vasto patrimonio storico ed architettonico:
- la Cattedrale dell'Annunziata, risalente al XIV secolo, unico esempio di stile gotico in penisola sorrentina. All'interno sono conservati stalli intagliati, arredi preziosi, tombe intagliate, affreschi e tele di gran pregio e le spoglie del noto economista napoletano Gaetano Filangieri;
- la Cappella dell'Assunta, già esistente nel XV secolo, con un pregevole altare ligneo del XVIII secolo;
- la Chiesa della Madonna della Grazie, già esistente nel XV secolo e ricostruita nel XVI secolo;
- Chiesa ed ex Convento della Santissima Trinità e Paradiso, complesso realizzato nel XVIII secolo, oggi utilizzato come sede di spettacoli estivi, mostre e rassegne teatrali;
- la Chiesa dei Santi Ciro e Giovanni, con bella cupola maiolicata del Settecento;
- la cinquecentesca Chiesa di Santa Maria del Toro, dal pregevole soffitto a cassettoni intagliato e decorato, cupola affrescata ed affresco rinascimentale sull'altare maggiore;
- la cappella di Sant'Antonio, a Marina d'Equa;
- la Chiesa di Santa Maria Vecchia, a Seiano, risalente alla fine del XVI secolo, al cui interno sono custoditi numerosi ex-voto di marinai della zona;
- la Chiesa di San Marco, terminata nel 1796, a pianta circolare;
- la cappella del Crocifisso e dell'Immacolata, nella frazione di Seiano;
- la Chiesa di San Salvatore, nell'omonima frazione;
- la cappella di Santa Lucia (XIV secolo), ricoperta di mirabili affreschi in stile giottesco;
- la Chiesa di San Giovanni Battista, con la splendida pala d'altare cinquecentesca raffigurante la Madonna del Rosario, una lapide di epoca angioina ed il campanile che funge anche da facciata;
- la Chiesa di santa Maria del Castello, di antiche origini, da cui è possibile ammirare un suggestivo panorama della vicina Positano;
- la Chiesa di San Michele Arcangelo, al cui interno è conservata una lapide sepolcrale romana del III-IV secolo d.C. ed un blocco di tufo nero con croce ed iscrizione in greco anteriore all'anno Mille;
- la Chiesa di Sant'Andrea apostolo, dall'aspetto settecentesco e con un pregevole pavimento;
- il Convento di San Francesco (XVII secolo), dal cui belvedere si ammira l'intero golfo di Napoli. Interessanti sono le maioliche del refettorio e l'affresco seicentesco raffigurante La Cena.
-il complesso conventuale dei Camaldolesi, in località Arola;
- la Torre di Caporivo, in località Marina d'Equa;
- la Torre di Scutolo, in località Montechiaro;
- il castello angioino, più volte rimaneggiato nei secoli successivi;
- il castello medievale, realizzato nel X secolo dal duca di Sorrento;
- l'ex arsenale, successivamente adoperata come calcara, caratterizzato da una doppia fila di archi gotici in stile catalanesco;
- l'Antiquarium Silio Italico, che espone reperti datati dal VII al III secolo a.C. apparteneti a varie civiltà succedutesi nella zona (italici, greci e etrischi);
- il Museo Mineralogico Campano, che espone una ricca collezione di minerali e reperti fossili.

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