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Cetara

Descrizione

Borgo marinaro ed attivo porto peschereccio, Cetara, alle falde del Monte Falesio, si sviluppò a partire dal IX secolo, quando si stanziò in loco una colonia di Saraceni. Partecipò attivamente alle vicende dell'antica Repubblica marinara di Amalfi e, successivamente, per secoli fu sottoposta alla giurisdizione dell'Abbazia Benedettina di Cava de' Tirreni.
Tutta l'economia del borgo ruota attorno alle tradizioni marinare: la flotta cetarese è una delle più attive del Mediterraneo, specializzata nella pesca del tonno e delle alici, nella loro trasformazione e conservazione. Una prelibatezza culinaria da assaporare e riscoperta negli ultimi anni è la colatura di alici, condimento per primi piatti dal colore ambra, prodotto sin dall'antichità e derivato dalla fermentazione delle alici in piccole botti di rovere o castagno (terzigni), discendente del "garum" dei Romani.
Anche il toponimo risente di questo intimo rapporto dei cetaresi con il mare e la pesca. Cetara, infatti, sembra derivi da "cetaria" (tonnara) o da "cetari" (venditori di grossi pesci).

Tra i monumenti di maggior pregio artistico e storico, segnaliamo:
- la Torre Vicereale, che domina il lato est della spiaggia di Cetara, edificata dagli Angioini e potenziata successivamente dagli Aragonesi per difendere la popolazione dai continui attacchi dei pirati. Faceva parte dell'ampio sistema difensivo di torri costiere ed era equipaggiata con cannoni e "petrieri", bocche da fuoco in grado di tirare verso il basso, in caso di attacco ravvicinato o da terra.
- la Chiesa di San Pietro Apostolo, realizzata nel IX secolo in occasione della cacciata dei Saraceni da parte dei normanni salernitani. Ampiamente rimaneggiata nei secoli successivi, attualmente ha un aspetto barocco con campanile medievale (XII secolo) che passa dalla forma quadrangolare dei primi tre ordini ad una forma ottagonale negli ultimi due. All'interno è custodito un antico organo ed una lapide bilingue (in latino ed in arabo) che commemora Grandenetto d'Ausilio, il cetarese protagonista della liberazione del principe Federico d'Aragona, fatto prigioniero dai baroni di Salerno nel 1484.
- la Chiesa ed il Convento di San Francesco, edificati nel XIV secolo. La Chiesa, ad un'unica navata, presenta affreschi e dipinti di gran pregio, come la "Deposizione" del pittore locale Marco Benincasa, nonché una raffigurazione di Suor Orsola Benincasa, fondatrice dell'Ordine delle Suore Teatine dell'Immacolata Concezione, di origine cetarese.
- la Chiesa della Madonna di Costantinopoli, risalente al XIX secolo e parzialmente ricostruita nel 1921 in seguito alla disastrosa alluvione del 1910. Il grazioso campanile è di epoca successiva.

A Cetara è dedicato un nuovo portale di LDAJournals www.cetaranews.it

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