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Ex Olivis - I benefici dell'olio extravergine nella dieta mediterranea

  • x Olivis - I benefici dell'olio extravergine nella dieta mediterranea - Locali d'Autore

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    da sinistra: dott. B.N. Zoccano, dott. A. Mainiero, prof. P. Vito, prof. O. Zecchino, arch. C. Giardino, prof. G. Cammarota, prof. E. Falcone

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    Museo della Ceramica/Museum of Ceramics

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    Museo della Ceramica/Museum of Ceramics

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    Piazza di Ariano Irpino (AV)/Square in Ariano Irpino

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    Panorama/View

La X edizione della manifestazione "Ex Olivis", organizzata dall'associazione Elaion, che ha interessato i comuni di Ariano Irpino, Melito Irpino, Flumeri, Savignano Irpino e Taurasi, ha potuto quest'anno festeggiare un traguardo molto importante: il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta (DOP) all'olio extravergine di oliva "Irpinia-Colline dell'Ufita" (il 14 gennaio 2010, infatti, sono scaduti i termini per la presentazione di osservazioni da parte degli altri Stati membri dell'UE).
A dare ancora più prestigio all'edizione di quest'anno di "Ex Olivis", ha contribuito, inoltre, la presenza della Giuria Nazionale del VIII Premio "Sirena D'Oro di Sorrento", impegnata nella pre-selezione degli oli DOP campani.
Domenica 24 gennaio 2010, presso la sala convegni del Museo della Ceramica di Ariano Irpino (AV) si è tenuto l'incontro dal titolo "I benefici dell'olio extravergine di oliva di oliva nella dieta mediterranea", moderato dall'architetto Carlo Giardino. Dopo i saluti di rito del prof. Ortensio Zecchino, Presidente del Centro di Ricerche BIOGEM, del dott. Bartolomeo Nicola Zoccano, sindaco di Greci (in sostituzione del prof. Oreste Ciasullo, Presidente della Comunità Montana dell'Ufita) e del dott. Antonio Mainiero, sindaco di Ariano Irpino, il prof. Ezio Falcone, storico della cucina mediterranea nonché Presidente del Centro di Cultura e Storia Amalfitana, partendo dalla "piacevolezza di un filo d'olio extravergine su una fetta di pane", ha illustrato con novizia di particolari la storia sia dell'ulivo che dell'olio, i cui effetti salutari erano noti già ai popoli antichi che lo adoperavano non solo come condimento, ma anche nella cosmesi, in medicina e per l'illuminazione. Con un brillante excursus storico ha spiegato alla platea presente come la coltivazione dell'ulivo, nato secondo la tradizione ebraica da un seme caduto dal cielo sulla tomba di Abramo, fu introdotta in Italia dai Greci, quanto fosse apprezzato dai Romani che - come ci conferma Columella - distribuivano gratuitamente ai meno abbienti; le nuove tecniche di coltivazione, concimazione e molitura introdotte dagli Arabi che diffusero la coltivazione dell'ulivo anche in Spagna. Paolo da Certaldo, nel XIV secolo, adoperava il prezioso liquido color oro come strumento di misurazione della ricchezza di una famiglia, raccomandando di avere una dispensa pena di frumento ed olio per almeno due anni.
A seguire l'intervento del prof. Giancarlo Cammarota, Ricercatore dell'Istituto di Scienze dell'Alimentazione presso il CNR di Avellino, che si è invece soffermato sugli aspetti più tecnici del prodotto finito (composizione chimica, acidità, punto di fumo, attributi sensoriali), esaltando il maggior equilibrio dell'olio extravergine di oliva rispetto agli altri grassi di origine sia vegetale che animale, in quanto apporta una quantità di acidi grassi pari a quella normalmente presente nell'organismo umano. Infine una panoramica sugli innumerevoli benefici dell'olio che, oltre a rendere la portata più appetibile, ne facilita la digeribilità, svolgendo un effetto protettivo sulle arterie, sul fegato, sullo stomaco e sulla mucosa gastrica; in più la presenza di polifenoli e tocofenoli conferisce a questo alimento un ruolo importante nell'attività anti-ossidante ed anti-radicalica, limitando l'invecchiamento cellulare.
A conclusione del convegno, l'intervento del prof. Pasquale Vito, vice direttore scientifico del Centro di Ricerche BIOGEM, che ha puntato l'attenzione sull'importanza di tutelare la variabilità delle risorse genetiche, evitando che il fenomeno della globalizzazione porti alla definitiva scomparsa di specie vegetali autoctone. Sarà stato un caso, ma la varietà della Ravece ha raggiunto l'importante traguardo del DOP proprio nell'anno della variabilità genetica.
Le colline dell'Irpinia, ed in particolare quelle dell'Ufita, della Baronia e del Calore da sempre producono olii di eccellenza; tra questi si distingue quello prodotto dalla cultivar Ravece, caratterizzato da proprietà organolettiche di gran pregio. E' di colore verde, se giovane, fino al giallo paglierino, di varia intensità. All'olfatto si presenta fruttato, con piacevoli note erbacee e netti sentori di pomodoro; all'assaggio è armonico, con gradevoli e, talora, intense sensazioni di amaro e piccante. L'olio extravergine "Irpinia - Colline dell'Ufita" si ottiene solo da varietà autoctone e tradizionali, prima tra tutte la Ravece, che deve contribuire per non meno del 60%; l'Ogliarola in misura non superiore al 40% e possono concorrere in misura non superiore al 10% le seguenti varietà locali: Marinese, Olivella, Ruveia, Vigna della Corte, Leccino e Frantoio. L'acidità non può superare il valore di 0,50%.
L'ottenimento della DOP per l'olio extravergine di oliva "Irpinia - Colline dell'Ufita"è sicuramente un traguardo importante, ma anche un punto di partenza per lo sviluppo e la valorizzazione di un prodotto di eccellenza che merita di essere conosciuto ed apprezzato non solo sul mercato nazionale, ma anche su quello internazionale.

Mariarosaria Pisacane

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