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Basilica di Santa Trofimena

La chiesa di Minori emerge con forza e slancio dall'oscurità della storia intorno alla metà del IX secolo e per più di mille anni ha dato lustro e onore a questa città e l'intera Costiera Amalfitana. Le prime testimonianze relative al fervido sentimento religioso risalgono all'839, anno in cui il principe longobardo Sicardo trafugò le reliquie di S. Trofimena.
Mancano, tuttavia, notizie precise circa la composizione demografica, religiosa e sullo sviluppo urbano della città per i primi secoli dell'altomedioevo, ma è quasi certo che buona parte del centro urbano si sviluppasse nella zona collinare di Forcella.
Solo successivamente, con l'arrivo delle reliquie, si registrò un graduale spostamento del centro urbano verso la zona costiera. Le mutate condizioni fecero dell'ecclesia Sanctae Trophimenis, le cui normali funzioni liturgiche erano officiate dal clero bizantino, il fulcro attorno al quale si sviluppò e crebbe la città di Minori.
Nell'anno 987, con l'elevazione a diocesi, la città visse il momento più importante della sua già plurisecolare storia. La scelta di Minori quale sede vescovile non è legata né alla vastità del territorio né alla densità demografica o al suo peso politico-economico all'interno del Ducato di Amalfi, ma alla presenza tra le mura della sua chiesa delle sacre reliquie della vergine e martire Trofimena, fino al 1208 patrona non solo della città ma dell'intera Costia d'Amalfi.
Non meraviglia, dunque, la scelta di erigere una nuova e gloriosa cattedrale, una scelta dettata sia dall'esigenza di custodire e conservare più degnamente le preziose reliquie di S. Trofimena, sia per evidenziare anche architettonicamente l'ascesa della chiesa locale al rango di cattedrale. L'originaria cappella altomedievale fu notevolmente ampliata, a testimonianza della viva e sentita devozione nutrita dalla comunità locale, orgogliosa di rappresentare il fulcro della religiosità amalfitana e punto di riferimento spirituale per l'intera popolazione della costiera.
L'anno dell'elevazione a diocesi comportò, inoltre, un completo riassetto della vita religiosa e civile, i vescovi, responsabili del governo spirituale e temporale della nuova diocesi, infatti, diedero un nuovo ordinamento alla vita del paese. Dal 987 al 1818 si succedettero ben 57 vescovi, un dato sicuramente interessante, testimonianza dell'antichità e della lunga vita della diocesi minorese.
Della struttura architettonica della cattedrale minorese restano pochi resti, tra cui due absidi, alcune colonne, il pulpito seicentesco e alcune lastre tombali. Essa aveva un orientamento est-ovest con ingresso principale dal lato sud, in direzione del mare; una scelta dettata dalla volontà di catturare immediatamente l'attenzione del fedele attraverso il suggestivo scenario rappresentato dalla magnifica cappella dedicata alla santa patrona., luogo deputato alla custodia delle sue reliquie.
La cattedrale misurava 38,40 m di lunghezza e m 25,60 di larghezza, divisa in tre navate da dieci colonne in porfido, cinque per lato. Ufficialmente era intitolata al SS. Crocifisso:,una pala d'altare raffigurante la crocifissione e realizzata dal pittore toscano Marco Pino da Siena adornerà nel Cinquecento l'altare maggiore della Chiesa.
Alle soglie del XVIII secolo il deperimento architettonico della cattedrale rese necessario un intervento di restauro. Invece di intraprendere un'opera di risanamento della struttura si pensò di abbattere completamente l'antico edificio e di riedificarne uno nuovo. Nel 1747 iniziarono i lavori per la nuova cattedrale, lavori che si conclusero all'inizio del secolo successivo. Il risultato è rappresentato dall'attuale edificio neoclassico, a croce latina, con la maestosa facciata rivolta verso il mare e l'interno articolato su tre navate. Il suo piano di calpestio e stato innalzato di diversi metri rispetto a quello precedente, l'antica cappella di S. Trofimena fu invece ampliata e decorata secondo il gusto dell'epoca e trasformata nell'attuale cripta.
L'odierna basilica non ha subito modifiche negli ultimi duecento anni, essa si contraddistingue per le semplici linee decorative e per la maestosità architettonica. La facciata principale, che si apre su un sagrato recintato da una balaustra in pietra, è rivolta verso il mare. In essa si aprono tre portali sormontati da medaglioni, quello centrale contenente un simulacro della Santa Protettrice, mentre quelli laterali sono decorati dai busti degli apostoli Pietro e Paolo. Nella parte inferiore della facciata si aprono quattro nicchie, nelle quali sono collocate le statue dei quattro evangelisti; la zona intermedia, delimitata da lesene, presenta nella parte centrale un'ampia finestra a sesto rialzato, mentre nella zona superiore è inserita una grande meridiana. Alla sinistra della facciata sorge un grande campanile, di stile neoclassico, a pianta quadrangolare diviso in quattro ordini..
L'interno diviso in tre navate da grandi pilastri decorati con lesene e capitelli in stile composito rivestiti in marmo. La navata centrale, più alta rispetto alle laterali consente l'apertura di quattro grandi finestre. La luce, riflettendo sui bellissimi stucchi bianchi che decorano l'intera struttura, amplifica ancora di più la maestosità dell'edificio sacro.

dott. Antonio Mammato
Presidente del Centro di Cultura e Storia "Pompeo Troiano"
Minori - Costiera Amalfitana

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